
È del giovane trio il Volo, composto da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, la vittoria della sessantacinquesima edizione de Festival di Sanremo, con il brano Grande Amore.
A completare il podio, alle posizioni argento e bronzo, Nek con il brano Fatti Avanti Amore e Malyka Ayane con il brano Adesso e qui (nostalgico presente).
Questa, invece, la classifica dal 4/o al 16/o posto: 4) Annalisa – Una finestra tra le stelle 5) Chiara – Straordinario 6) Marco Masini – Che giorno è 7) Dear Jack – Il mondo esplode tranne noi 8) Gianluca Grignani – Sogni infranti 9) Nina Zilli – Sola 10) Lorenzo Fragola – Siamo uguali 11) Alex Britti – Un attimo importante 12) Irene Grandi – Un vento senza nome 13) Nesli – Buona fortuna amore 14) Bianca Atzei – Il solo al mondo 15) Moreno – Oggi ti parlo così 16) Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi – Io sono una finestra. A Kaligola il Premio Sergio Bardotti per il Miglior Testo al Festival di Sanremo con il brano Oltre il Giardino. Il riconoscimento è stato consegnato al giovane rapper romano, che era in gara tra le Nuove Proposte.
L’altro Volo vincitore del festival è quello degli ascolti: Carlo Conti chiude con uno share del 54,21% e dodicimilioni telespettatori. Numeri eccezionali se confrontati con le cifre delle ultime edizioni.
Maestosa apertura della serata con la Premiata Forneria Marconi insieme alla banda dell’esercito, con l’esecuzione del Nabucco in chiave progressive rock. Ospite anche Gianna Nannini che però, per problemi tecnici, va fuori tempo nei ritornelli della sua famosissima Sei nell’anima. Tra gli ospiti l’attore americano Will Smith
La componente senza eccessi del festival non ha concesso il colpo di scena nemmeno nella classifica dei premiati e forse è la chiave di lettura dell’intero festival nazional popolare targato Conti: l’impostazione della conduzione sulla certezza che ha così catturato l’attenzione di tutti gli italiani e la loro fiducia in un momento di totale insicurezza politica, di proiezione al futuro, lavorativa, nei rapporti sociali. Ecco, Carlo Conti ha donato per qualche sera quello che gli italiani inconsciamente desideravano: una finzione reale, che le cose andassero fluidamente, senza intoppi, senza colpi di scena. Questa è la vittoria di Carlo Conti, che rivedremo quasi certamente alla conduzione del Festival 2016.