“Primo gradino… secondo gradino, terzo gradino”, singolare rivisitazione del testo di Baricco, dà il via alla stagione 2022/23 del Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano
di Pier Maria Spinelli
In scena al Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano, storica culla di Massimo Troisi, lo spettacolo che apre la stagione 2022/23: Primo gradino… secondo gradino, terzo gradino liberamente tratto da Novecento di Alessandro Baricco. Il titolo vuole enfatizzare i percorso che il personaggio compie durante la messinscena, fermando, sulla scaletta di quella nave da cui mai scenderà, “i desideri che il protagonista sfila dalla propria vita”.
L’ormai nota vicenda è quella Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il più grande pianista che sia mai esistito… almeno secondo l’io narrante, il trombettista Max Toooney. L’orfano viene trovato nel salone di prima classe del piroscafo Virginian dal marinaio di colore Danny Boodman che, in barba a qualsiasi norma o regola giuridica, lo adotta, facendogli da padre e da madre… ma facendo sì che ufficialmente il bambino non esista! Dopo l’accidentale morte del marinaio, il ragazzo misteriosamente scompare, per ricomparire, altrettanto misteriosamente, rivelando uno straordinario e bizzarro talento da pianista, autore estemporaneo e fuori dalle righe di una musica identitaria e inclassificabile nella sua unicità.
Il racconto viene trasformato da Borrelli, che dello spettacolo firma anche adattamento e regia, nella drammatizzazione di una vita vissuta attraverso tutte le vite che ha incontrato, ognuna segnata dall’incontro con l’enigmatico e ammaliante genio della musica.
Prodotto da Uno Spazio per il Teatro, la messinscena dispiega fin dai primi momenti il suo mare di ote, che lambisce o inonda la scena, dominata dal bravissimo ed inossidabile protagonista.
Al piano il compositore Marco Esposito, in empatica simbiosi con l’interprete, accarezza, percorre o pesta la tastiera, per regalarci l’emozione di note antiche, moderne, cullanti o dissonanti, ma sempre in moto, nel loro rifrangersi o fondersi con la recitazione.
In una scena essenziale e simbolica, che con pochi colpi di intelligente creatività registica diviene salone o mare, porto o ponte, il talento funambolico dell’abilissimo Vincenzo Borrelli regala un’esibizione palpitante e impeccabile, in un succedersi lesto e variegato di momenti melanconici e briosi, comici e poetici, appassionati e spassosi, che mietono entusiastici consensi e applausi a scena aperta.
E applausi anche per Chiara Rita Aprea, che dell’allestimento cura le luci, e Cristina Ammendola, per gli eleganti ed essenziali movimenti e pantomime.
Insomma Primo gradino… secondo gradino, terzo gradino punta dritto al cuore dello pubblico e lo conquista. Ci auguriamo, perciò, che questo spettacolo abbia lunga vita, uscendo dal suo “Spazio” per conquistare nuovi e ambiti teatri anche a di fuori dalla Campania… Pur sapendo che per indole Borrelli, come egli stesso confessa, sente sempre una certa difficoltà ad allontanarsi dalla propria “nave”… proprio come il suo Novecento.