Maggio 1994 – Novembre 2013: termina la vita parlamentare di Silvio Berlusconi. L’unico ad esser stato seduto negli scranni di Montecitorio prima e di Palazzo Madama poi prima da Presidente del Consiglio e poi da parlamentare semplice governando per più tempo di tutti, addirittura di De Gasperi.Silvio Berlusconi è decaduto. La sua Camera di riferimento, il Senato vota la decadenza, respingendo i nove ordini del giorno presentati contro le conclusioni della giunta per le elezioni del Senato che aveva contestato l’elezione del leader del centrodestra sulla base della legge Severino a seguito della condanna per frode fiscale divenuta definitiva a inizio Agosto. Forza Italia, le cui senatrici si sono tutte vestite a lutto per l’occasione, grida al colpo di Stato e ad una democrazia dimezzata mentre c’è chi, come alcuni parlamentari grillini stappano bottiglie di spumante rigorosamente italiano e chi ancora come i democratici che per bocca del segretario Epifani dichiarano che è stata semplicemente eseguita una sentenza “perché in Italia non vige la legge della giungla”.[divider]Al suo posto diventa senatore il primo dei non eletti del Molise, l’onorevole Ulisse Di Giacomo. Questi – già in rotta con Berlusconi per la sua scelta di essere proclamato proprio in quella circoscrizione elettorale togliendo di fatto ai molisani l’unico parlamentare realmente originario della regione – ha già dichiarato di voler entrare nelle fila del Nuovo Centrodestra di Alfano e di sostenere il governo Letta.[divider]Nel frattempo in Piazza del Plebiscito a Roma è organizzata – soprattutto dai rappresentanti campani e pugliesi della “risorta” Forza Italia – una manifestazione pro Berlusconi. Tutti i sostenitori, muniti di bandiera e striscioni, inneggiano all’innocenza del loro leader e alla necessità di riformare la giustizia perché “quando la sinistra non è al potere la magistratura fa di tutto per farla tornare al potere” .Berlusconi, dopo vent’anni di governo ed opposizione, di leggi ad personam e di proclami al limite del populismo, di processi e gossip sulla sua vita privata, non è più un senatore della Repubblica Italiana. Non sarà né il primo né l’ultimo leader di partito a guidare i suoi elettori non sedendo a Palazzo. Come si suol dire: esce dalla porta ed entra dalla finestra.
Emanuela Nicoloro