
Come preannunciato dalla campagna elettorale sempre più fitta, il 26 Maggio si voterà in tutta Italia per le elezioni del Parlamento Europeo. Nonostante non abbiano lo stesso peso mediatico delle elezioni politiche dello scorso anno, le europee saranno fondamentali per comprendere quali sono i rapporti di forza tra i principali partiti italiani dopo l’ascesa di Zingaretti ed il crollo nei sondaggi del Movimento Cinque Stelle.
Non è da sottovalutare, inoltre, l’importanza che questi risultati avranno sul futuro dell’Unione stessa: dopo anni di dominio quasi incontrastato delle forze europeiste, adesso e probabile che gli euroscettici guadagnino parecchio terreno, facendo tremare le fondamenta di Strasburgo.

La corsa alle europee,
infatti, è iniziata già quando, dopo la pesante polemica tra il tandem
Salvini-Di Maio ed il presidente francese Emmanuel Macron, simbolo
dell’europeismo, si è capito che senza ombra di dubbio la maggioranza dei
parlamentari italiani all’interno del Parlamento Europeo avrebbero supportato
opinioni contro il sistema dell’UE.
Se il MoVimento ha deciso di correre da solo, infatti, non aggregandosi a
nessuna delle liste presenti, la Lega di Matteo Salvini è invece entrata a far
parte dell’Europa delle Nazioni e della Libertà (ENF), che probabilmente
riempirà l’ala più “a destra” del Parlamento.
Dall’altra parte, invece,
inizierà la strenua resistenza dei socialisti democratici del PSE, del quale fa
parte anche il PD di Zingaretti, che sembra però essere in netto calo rispetto
agli anni passati, complice soprattutto l’enorme perdita dei consensi in
Francia di Macron, che non potrà essere controbilanciata dalla crescita della
lista alleata ALDE.
Alla sinistra del Partito Democratico, invece, le uniche due formazioni a
riuscire a superare lo sbarramento necessario per presentarsi alle elezioni
saranno Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista, guidate da Nicola
Frantoianni, candidato per la NGL, lista ecosocialista alleata con la Sinistra
Verde Nordica.

La situazione, però,
risulta ancor più ingarbugliata a causa della situazione particolarissima
dell’Inghilterra: a causa del posticipo della Brexit, gli inglesi avranno la
possibilità di votare per mandare nel Parlamento Europeo i propri
rappresentanti, nonostante il loro destino di uscita dall’UE sia già segnato.
Questo caso può, però, rivelarsi fondamentale per spostare gli equilibri tra i
gruppi politici, poiché il crollo dei conservatori di Theresa May ha lastricato
la strada del successo del Labour di Jeremy Corbyn, che ora potrebbe portare
numerosi parlamentari socialisti a supporto del PSE.
Le elezioni europee, dunque, rifletteranno con ogni probabilità il clima di insicurezza e chaos che ha caratterizzato l’Europa degli ultimi mesi, con la prospettiva di un’alleanza compatta che si fa sempre più improbabile. Come un cavallo imbizzarrito più che mai, allora, l’Europa aspetta un cavaliere capace di non farsi disarcionare, mentre a noi cittadini non resta che aspettare, sperare e votare con criterio.