
25 autori napoletani per la “Compagnia dei Trovatori” e Blandizzi
Martedì 3 novembre 2015 alla Caffettiera di Piazza dei Martiri alle 18:00
Il caffè raccontato dalla penna di 25 autori e da Blandizzi, ne I “Caffè di Napoli” de “La Compagnia dei Trovatori” e l’ultimo singolo del cantautore “Il buongiorno del caffè”.
Interverranno a disquisire di questo oro nero e delle sue contaminazioni letterarie, filosofiche e musicali il professore emerito e filosofo Aldo Masullo, il professore di Letteratura italiana Matteo Palumbo e lo scrittore Maurizio de Giovanni. Per l’occasione Blandizzi interpreterà il suo nuovo singolo “Il buongiorno del caffè”, il cui Cd è inserito nel libro, accompagnato in anteprima da una proiezione speciale del videoclip del design artistico di Alessandro Francesco Esposito, creato per la canzone. Il giornalista e scrittore Piero Antonio Toma, curatore dell’opera, coordinerà il dibattito e l’attrice Anna Maria Ackerman ne leggerà alcuni brani.
Il caffè è una filosofia oltre che una bevanda.
Un liquido scuro, in cui ci si affonda con lo sguardo, ammaliando tutti gli altri sensi, e come su uno sfondo d’ombra ci si può immaginare di tutto.
Da quando il chicco nero giunse a Napoli con Cristoforo Colombo, i napoletani – come spesso accade – ne hanno tratto il meglio. L’intero mondo conosce ormai il caffè napoletano. E che sia, come si dice, per l’acqua di Napoli o per il suo sole, il caffè di questa città ha un primato ineguagliabile.
Ma che il caffè potesse far “uscire il meglio” anche dalle persone che lo bevono, nessuno se l’aspettava. Il “nero arcobaleno”, infatti, non solo risveglia al meglio per il nuovo giorno, ma è un momento di ristoro, di riposo da momenti un po’ faticosi. Una pausa tra le righe della vita.
E ecco che al bar ci si ritrova – che sia per pochi minuti in piedi al bancone o seduti con calma e rilassatezza a godersi il via vai dei passanti – a prendere un caffè e, soprattutto, un “tempo altro”. Con un avventore sconosciuto o con un caro amico.
Quel momento, in ogni caso, è sacro. Detiene la sacralità di un rito. E il barista che ben lo sa, segue con esattezza i cerimoniali della preparazione. E tazza fredda o calda non è una mera disquisizione. È importante che sia un buon caffè, il cui profumo si senta da lontano, sprigionato dal vapore e dall’“essudazione” della polvere macinata; e anche questa non è fatta a caso. Dimensioni, grana, profumo, gusto; ogni cosa deve raggiungere il suo grado armonioso, ricco di armoniche fragranze, che coinvolge tutti i cinque sensi; perché anche quelli più superiori siano non solo coinvolti ma anche e soprattutto… elevati.
È così che Napoli si sveglia, un’unica bevanda che accomuna una popolazione intera, nelle case altolocate e nei bassi – nei cui vicoli con i “panni stesi al sole” si crea un arcobaleno di colori, un invito a gioire di ciò che di bello dà la vita – e nelle strade principali e di periferia a animare una città che esce sempre più dalla propria stessa ombra.
Esce dalla propria ombra e s’avvia agli incontri, come quelli tra gente comune e tra intellettuali. Ai tavoli dei Caffè sono nati movimenti artistici e filosofici a Napoli, in Italia e all’estero; perché l’incontro è un’arte finissima e sottile e solo con una certa disposizione d’animo si realizza.
E allora si racconta e ci si racconta ai Caffè bevendo un caffè.
Ben lo sanno gli autori di un illustre antecedente di questa antologia “Caffè a Toledo” – di recente andata in ristampa a cura de “La Compagnia dei Trovatori” – che negli anni ’90 hanno raccontato dei numerosissimi Caffè che animavano la sola via Toledo a Napoli; poco più di un chilometro di passeggio e di effluvi dell’aromatico chicco nero, e degli intellettuali che vi ci si incontravano.
E ancora ben lo sanno gli stessi curatori che per questa antologia “Caffè di Napoli” hanno riunito tra i migliori scrittori contemporanei per raccontare la più recente toponomastica aromatica del caffè a Napoli.
Ancora una volta il caffè e la letteratura, insieme; ma non solo quella puramente letteraria.
Attorno a questo ultimo testo sul caffè l’incontro con la musica: il cantautore Lino Blandizzi ha colto, tra musica e parole, il senso intimo, privato ma piacevolmente diffusivo del caffè. Nel suo nuovo brano intitolato “Il buongiorno del caffè”, immagini di vita quotidiana e al contempo senza “Tempo” si susseguono e rendono la fragranza sonora di un qualcosa di ineffabile.
Sonorità di immagini e immagini sonore che riuniscono intellettuali di più ambiti, attorno al caffè: letteratura, musica, design. In questa pregevole occasione anche il Teatro con l’attrice Anna Maria Ackerman che leggerà alcuni brani tratti dal libro.
Perché il caffè è cultura, cultura che si fa vita.