Si chiama “Memory of The Camps” la pellicola, di 50 minuti in bianco e nero, “girata” da inglesi e sovietici, principalmente nei campi di concentramento di Bergen-Belsen nel 1945. È stata ritrovata dopo circa 6 decenni; dunque negli anni ’80. Nel dopoguerra ne fu bloccata la distribuzione per volere degli Alleati, che con questo gesto hanno concesso quindi alla Germania la possibilità di accantonare quanto accaduto.
È Sidney Bernstein a coinvolgere Alfred Hitchcock nel progetto: a lui è spettato, principalmente, il lavoro di post-produzione; ma in cambio non ha voluto alcun compenso.[divider]Vi siete mai chiesti se il Maestro del brivido Alfred Hitchcock e l’Olocausto possano avere mai avuto nessi? Ebbene, è Il quotidiano britannico
Indipendent a dare la notizia nella giornata di ieri, 9 gennaio 2014: la risposta è affermativa. ‘Hitch’ (diminutivo scelto dal regista), un giorno si trovò tra le mani la pellicola contenente le immagini della Shoah e dopo averne preso visione, lasciò i Pinewood Studios per una settimana.Realizzata nel 1945, recuperata nel 1980 da un ricercatore americano nell’Imperial War Museum di Londra e ambientata soprattutto nei lager di Bergen-Belsen, ma anche in quelli di Auschwitz e Dachau,
nel 1984 la pellicola fu presentata al Festival di Berlino in una versione non integrale. Nel 1985 andò in onda con il titolo “Memory of The Camps”: fu trasmessa dalla tv americana “Pbs”. [divider]Chiusa in un cassetto nel dopoguerra, evitando quindi di mettere continuamente il dito nella piaga di chi, fino a quel momento, aveva conosciuto bene cosa significasse essere un carnefice, è stata dimenticata per 60 anni e poi, una volta ritrovata, è stata restaurata dall’ Imperial War Museum.Toby Higgith, curatore del museo londinese spiega che il docu-film non ha come chiave di lettura principale la morte bensì la speranza: la rinascita, la nuova vita che inizia con la fine del nazismo. Il materiale di repertorio, restaurato,
uscirà prossimamente nelle sale cinematografiche e verrà trasmesso in tv, sempre nella sua versione modernizzata, nel 2015: in occasione del 70^ anniversario della Liberazione.
Francesca Saveria Cimmino