
Si è conclusa la rassegna “Parole di cinema” che, inserita nel più ampio scenario del Napoli film festival, ha ospitato svariati artisti dall’ 1 al 6 ottobre. Gli incontri mattutini ospitati dal cinema Vittoria sono stati organizzati e presentati da prof. Augusto Sainati, docente dell’Università degli studi “Suor Orsola Benincasa”,e hanno visto ospiti di gran rilievo, tra i quali si sono distinti per carisma e professionalità Giorgio Pasotti, Roan Johnson, Roberto Perpignani e Licia Maglietta. Più che approfondire le tematiche toccate agli incontri, in questa sede ciò che ci preme mostrare è l’accoglienza dell’iniziativa da parte del giovane pubblico. “Parole di cinema”, infatti, oltre ad essere pensato come un incontro ravvicinato con professionisti, registi ed attori, è anche e soprattutto una sorta di lezione “speciale”, aperta a tutti, ma che vede negli studenti di cinema del “Suor Orsola Benincasa”il suo destinatario specifico. Sono stati infatti gli studenti, specialmente quelli iscritti al corso di laurea in scienze della comunicazione, che in questi cinque giorni hanno affollato la sala cinematografica.
Ed è proprio per conoscere la reazione degli studenti, che abbiamo pensato di porre qualche domanda al prof. Sainati, il quale è apparso abbastanza soddisfatto nel complesso. In undici anni di incontri all’interno del medesimo festival napoletano, quest’anno sembra essere il primo a riservare studenti particolarmente interessati. Con le dovute eccezioni dei singoli casi, il numero di studenti rilevato in sala è stato piuttosto elevato e la partecipazione e gli interventi pertinenti e ragionati. Ciò che si ricava è un’immagine giovanile abbastanza rassicurante: molti, infatti, sembrano essere gli studenti interessati al ruolo che vorrebbero andare a ricoprire in futuro. Lo si può dedurre dalle domande poste agli esperti, che in molti casi hanno riguardato notizie pratiche e consigli circa la loro professione. Il Docente, pertanto, si è dimostrato soddisfatto nel complesso, in quanto ritiene che si sia riuscito a costruire un dialogo proficuo per i suoi studenti e per tutti gli ospiti che hanno saputo approfittare di questi incontri ravvicinati, riuscendo in molti casi ad “approfittare” della presenza di questi artisti e professionisti per utilizzare al meglio il loro talento. Il più grande traguardo per il Professore è infatti il suo personale silenzio, in quanto prova della presa del microfono da parte del pubblico.
E’ forse il caso, dunque, di rivalutare i nostri giovani studenti di comunicazione, spesso additati come perditempo senza una chiara prospettiva futura. Certo, tale categoria non manca mai, ma d’altronde, l’università è uno spaccato di società e, come tale, non può che rispecchiarne l’eterogeneità.