SuperMax! Con ben 4 gare di anticipo, l’olandese della Red Bull Max Verstappen, in Giappone – a Suzuka, si laurea campione del mondo di Formula 1 per la seconda volta in carriera, dopo il successo del 2021. Un campionato cominciato in salita, con una Ferrari partita fortissimo – poi afflosciatasi in corso di stagione, ma poi segnato da un crescendo di prestazioni solide e grintose, che hanno lanciato SuperMax verso il meritatissimo titolo. Una stagione che ha segnato un vistoso cambio di mentalità nel pilota olandese, caratterizzato – ad inizio carriera – da una impetuosità che spesso era foriera di colossali crash e spettacolari incidenti con altri piloti, tanto da valergli l’irriverente soprannome “Versbatten“. Adesso Max ha imparato: spinge tanto ma sa tirarsi fuori dalla bagarre, sa aspettare, sa essere anche cinico e far bottino di punti quando gli avversari li lasciano per strada. E così facendo, è entrato di diritto nell’olimpo dei migliori.
GP SUZUKA
E il mondiale Max se lo prende a Suzuka, nel tempio nipponico della F1, alla fine di una gara a dir poco rocambolesca, segnata dalla solita pioggia alluvionale che spesso ha accompagnato, anche nelle passate stagioni, il Gp nel paese del sol levante. Si parte nel diluvio, con Verstappen e Leclerc subito ‘ruota-a-ruota’, ma con il muso giallo della Red Bull che esce davanti in curva 1. Il primo giro sembra un valzer sgangherato di piloti che vanno a muro, con la visibilità ridottta quasi a zero. Subito fuori pista Vettel, poi Sainz, poi Albon, con Pierre Gasly che centra in pieno un cartellone finito in pista dopo l’impatto del ferrarista contro le barriere. Horror un on board camera proprio del francese dell’Alpine in queste fasi, che immortala un trattore a bordo pista impegnato a rimuovere la vettura di Carlos Sainz, proprio come accadde nel 2015 quando – sullo stesso tracciato – morì il giovane pilota Jules Bianchi dopo un fatale impatto con una gru. Un episodio assolutamente inaccettabile e che non avrebbe mai dovuto più verificarsi. Pochi giri e la Direzione Gara alza bandiera rossa, fermando la gara per palese mancanza delle condizioni di sicurezza. Si riparte più di un’ora dopo, tutti dietro la safety car e con una pista inzuppata d’acqua. La visibilità è poca e i piloti appena lasciano la traiettoria per cercare un sorpasso vanno in aquaplaning. Davanti scappano via Verstappen e Leclerc, con il primo che, tuttavia, in pochi giri inizierà a fare gara a sé, facendo il vuoto dietro la sua monoposto. La gara scivola via con pochi spunti da segnalare. Il finale è segnato da un prodigioso recupero di Sergio Perez ai danni di Leclerc, ormai con gomme completamente usurate. La resistenza del monegasco è strenua fino all’ultima chicane, il famigerato “triangolo” teatro di tanti duelli tra eroi del passato della F1, quando Charles va lungo e nel rientrare in pista fa tutto il possibile per tenere Checo dietro. Forse troppo. Al termine della gara il ferrarista, finito 2° in pista, subirà una penalità di 5 secondi, che gli varrà il terzo posto e, soprattutto, varrà il titolo mondiale per Max Verstappen, matematicamente primo a 4 gare dal termine della stagione.
LA FIA IN CONFUSIONE
Dall’anno scorso, dai tempi di “No Mickey, no, no… that was so not right!” – e cioé dal quel celebre finale di stagione 2021 – la FIA sembra non essersi ripresa, inanellando nel 2022 una serie di scelte incomprensibili e dannose per lo spettacolo dell’intero circus. Un anno costellato di safety car chiamate in pista troppo tardi, di virtual safety car decise senza criterio, di decisioni su irregolarità prese con troppo, ingiustificabile ritardo. Per non parlare di Monza, quando il Direttore di gara decise di regalare un pomeriggio da incubo ai 400.000 tifosi presenti, inventando un assurdo finale di gara dietro la safety car. O ancora di quando, proprio a Monza, ci volle oltre un’ora dopo la sessione di qualifiche per capire quale fosse effettivamente la griglia di partenza, considerate le tante penalità applicate ai piloti. O del Gp di Singapore, vinto da Perez nonostante una penalità di 5 secondi inflitta 3 ore dopo il termine della gara; penalità che avrebbe dovuto esser in realtà di 10 secondi – con vittoria di Leclerc – se i Commissari non avessero creduto alla storiella inventata da Checo: “non riuscivo a star dietro la safety car, questo il motivo di tanta distanza“. E anche in Giappone, la penalità inflitta a Leclerc è parsa, in questo caso, troppo affrettata, con lo stesso Verstappen – visibilmente sorpreso – che si è chiesto più volte a fine gara se avesse vinto o meno il mondiale. Insomma, la FIA dovrebbe cercare di favorire lo spettacolo piuttosto che appesantirlo con scelte discutibili e, spesso, capotiche, che rendolo lo show certamente meno godibile. Vorrà prenderne nota, per il 2023 ormai prossimo, l’Ad della Formula 1 Stefano Domenicali.
PROSSIMO GRAN PREMIO
Mancano 4 gare al termine di questa intensa stagione. L’appuntamento iridato è fissato al 23 ottobre prossimo, quando scatterà, da Austin (Texas) l’attesissimo Gran Premio degli Stati Uniti.