

[dropcap]M[/dropcap]alato da tempo, Jimmy Fontana è morto ieri a Roma nella sua abitazione. Avrebbe compiuto 79 anni il 13 novembre. Nato a Camerino, il suo vero nome era Enrico Sbriccoli. Cantautore, contrabbassista, compositore, conobbe il suo periodo di massimo successo negli anni ’60. Fontana è noto a tutti per i suoi pezzi di musica leggera, ma nasce in realtà come jazzista (il nome Jimmy fu scelto in omaggio al sassofonista Jimmy Giuffre; il cognome Fontana venne scelto a caso dall’elenco telefonico).
La vita – Diplomato in ragioneria, iscritto alla Facoltà di Economia e Commercio, Fontana non conclude gli studi per dedicarsi alla musica. Suona il contrabbasso e inizia a frequentare l’Hot Club di Macerata. Da solista si avvicina alla musica leggera e incide i suoi più grandi successi. Nel 1960 con Bevo vince il Burlamacco d’Oro a Viareggio. L’anno dopo debutta al Festival di Sanremo in coppia con Miranda Martino, titolo del brano è Lady luna, scritto dal maestro Armando Trovajoli e da Dino Verde. Passato poi alla casa discografica RCA, la prima canzone è Non te ne andare nel 1963, di cui è autore insieme a Gianni Meccia e a Lilli Greco. Nel 1965 il suo più grande successo: Il mondo, con testo del sopra citato Meccia e Gianni Boncompagni, musica scritta in collaborazione con Carlo Pes e arrangiamento curato da Ennio Morricone.[divider] In gara a “Un disco per l’estate”, il pezzo è stato interpretato anche da molti artisti internazionali in diverse versioni. Nello stesso anno debutta al cinema in due “musicarelli” di Tullio Piacentini: Viale della canzone e 008 Operazione ritmo. Successivamente parteciperà ad altre produzioni, come il film musicale Io bacio… tu baci e la commedia La voglia matta. Il successo non si ferma: alla fine degli anni ’60 escono La mia serenata, A te e L’amore non è bello (se non è litigarello). Nel ’71 Che sarà, l’altro suo grande successo scritto in collaborazione con Italo “Lilli” Greco, Carlo Pes e, in parte, con Franco Migliacci. Tre le sue versioni: in italiano, in spagnolo (dal titolo Que Serà) e in inglese (titolo Shake a Hand) prodotte da Rick Jarrard. Il brano scala le classifiche, eppure non viene portato a Sanremo da Fontana, per via di una “conditio-sine-qua-non” da parte di Ennio Melis, allora Direttore Artistico della RCA, che decide di puntare sul testo per consacrare al successo i Ricchi e Poveri. In caso di non approvazione da parte dell’autore, il brano non sarebbe andato al Festival.
Che sarà, seconda nella classifica sanremese, è prima nelle vendite, tanto da rivelarsi, ancora oggi, una delle canzoni italiane più famose nel mondo. Deluso dalla vicenda, pur continuando ancora ad incidere, non ottenendo più il successo del decennio precedente, il cantautore decide per alcuni anni di interrompere del tutto l’attività, ritirandosi a Macerata, città in cui apre un bar che gestisce per cinque anni. Il ritorno è nel 1979 con Identikit (sigla della serie televisiva Gli invincibili), che riscuote un discreto successo, confermato poi da Beguine, una delle prime melodie scritte dal figlio Luigi, presentata nel 1982 al Festival di Sanremo. In seguito forma il gruppo “I Superquattro” insieme ai colleghi Gianni Meccia, Nico Fidenco e Riccardo Del Turco, con i quali partecipa a molti programmi televisivi. Fra le sue ultime apparizioni, il Festival di Sanremo del 1984, nel gruppo “Squadra Italia” con il brano Una vecchia canzone italiana.
“Paese io ti lascio e vado via”, era questa una frase di Che sarà ed è con questo ricordo che l’Italia ricambia il saluto a un grande artista.
Francesca Saveria Cimmino