

La solita tachipirina potrebbe non bastare a questo Napoli, ancora febbricitante, questa sera sconfitto per 2 a 1 dal Genoa allo stadio Luigi Ferraris.
Una sconfitta maturata nel primo tempo, quando i grifoni hanno capitalizzato, con firma in entrambi i casi dell’ex e sempreverde Goran Pandev, due gravi disattenzioni del pacchetto arretrato partenopeo, stasera privo del leader Koulibaly, ai box per il Covid.
Gattuso parte con una formazione rimaneggiata, impostata sul 4-3-3, con Petagna a guidare l’attacco e con Lozano e Politano a supporto. Fuori Insigne, tenuto all’avvio in panca.
Il primo tempo si consuma senza palpiti azzurri, con un prolungato possesso palla del Napoli, macchinoso e sterile per larghi tratti, eccezion fatta per il sussulto derivante dalla traversa colta da Petagna sul finire del tempo. Zielinski, una delle poche liete notizie della stagione azzurra, sembra galleggiare distrattamente tra le linee di centrocampo ed attacco senza, tuttavia, mai incidere realmente.
Nel secondo tempo Ringhio dà spazio a Osimhen (per Petagna) ed Insigne (per Zielinski), entrambi subentrati al 54’. Ma poco cambia. Gli azzurri manovrano in via esclusiva, lasciando al Genoa solo qualche ripartenza, ma il gioco si sviluppa per lo più in orizzontale e con passaggi lunghi, fraseggi ripetuti, a volte quasi ossessivi. Le incursioni più pericolose derivano dai piedi del Chucky Lozano, uno dei pochi a brillare – e a puntare l’uomo sempre e comunque – e di Matteo Politano, autore del gol azzurro al minuto 79’, frutto di un disimpegno grossolano della retroguardia rossoblu.
Il finale è un crescendo azzurro. Un crescendo in realtà disordinato, frutto dell’improvvisazione dei singoli interpreti più che di un preciso spartito dettato dal tecnico. Ma il Genoa tiene senza particolari affanni e porta a casa i tre punti. Meritati.
La lungodegenza del Napoli pare ormai uno stato di fatto. La squadra pare rassegnata al momento negativo che ormai la attanaglia da alcune settimane. Non può addolcire il giudizio sulla prestazione il conto dei legni presi dagli azzurri, ben due, né le defezioni importanti registrate nelle ultime ore.
Non convince neppure l’analisi dello stesso Gattuso al termine della gara: “Meritiamo solo complimenti. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Dobbiamo stare tutti calmi”. Nei prossimi giorni scopriremo se “la calma”, invocata da Ringhio, la manterrà anche il patron De Laurentiis.