Dopo le polemiche con Alfano sulle unioni civili anche tra omosessuali ed il superamento della Bossi-Fini, il segretario democratico Matteo Renzi miete un’altra vittima.
A causa di un’ alquanto inopportuna – a detta di molti esponenti politici e noti politologi – battuta durante la conferenza stampa a margine della riunione di direzione del Pd in trasferta a Firenze si è dimesso il Viceministro all’Economia Stefano Fassina.
Renzi, alla domanda di un giornalista “So che è allergico al termine rimpasto, ma Fassina…”, ha risposto “Chi?” scatenando l’ira del viceministro. Questi, già insofferente per la forte discontinuità impressa al partito dal nuovo segretario e per i troppi compromessi dovuti alle larghe intese, ha deciso di scrivere al Presidente Letta per presentare irrevocabili dimissioni.
Ma quella di sabato è solo l’ultimo di una serie di battibecchi tra il neo segretario dem e il Viceministro all’Economia Fassina. Questi ha apostrofato più volte Renzi come “sindaco miracolato” o addirittura “portaborse che ripete a pappagallo le ricette della destra” mentre Renzi ha spesso mostrato segni di insofferenza per le posizioni troppo a sinistra di Fassina soprattutto su temi economici.[divider]A chi lo ha intervistato dopo le dimissioni lo stesso Fassina ha risposto “Ho solo preso atto, non mi rassegno a un Pd padronale”; mentre nel comunicato ufficiale sottolinea come “le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c’è nulla di personale. È questione politica. È un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un’altra posizione” .[divider]A tale presa di posizione il sindaco di Firenze ha risposto sul suo profilo Facebook “se il Vice Ministro all’Economia – in questi tempi di crisi – si dimette per una battuta, mi dispiace per lui. Se si dimette per motivi politici, grande rispetto” ed ancora in una nota ufficiale “i motivi delle dimissioni ce li spiegherà lui nel dettaglio alla direzione Pd già convocata per il prossimo 16 gennaio raccontandoci cosa pensa del governo, cosa pensa di aver fatto, dove pensa di aver fallito. Lo ascolteremo tutti insieme con grande attenzione, così fa un partito serio”. E sull’opportunità e correttezza (o meno) della sua battuta Matteo Renzi incalza sottolineando che “io non cambierò il tono dei miei incontri con la stampa. Non diventerò mai un grigio burocrate che non può scherzare, non può sorridere, non può fare una battuta. La vita è una cosa troppo bella per non essere presa con leggerezza”.
Onorevole avvisato. Onorevole salvato.
A causa di un’ alquanto inopportuna – a detta di molti esponenti politici e noti politologi – battuta durante la conferenza stampa a margine della riunione di direzione del Pd in trasferta a Firenze si è dimesso il Viceministro all’Economia Stefano Fassina.
Renzi, alla domanda di un giornalista “So che è allergico al termine rimpasto, ma Fassina…”, ha risposto “Chi?” scatenando l’ira del viceministro. Questi, già insofferente per la forte discontinuità impressa al partito dal nuovo segretario e per i troppi compromessi dovuti alle larghe intese, ha deciso di scrivere al Presidente Letta per presentare irrevocabili dimissioni.
Ma quella di sabato è solo l’ultimo di una serie di battibecchi tra il neo segretario dem e il Viceministro all’Economia Fassina. Questi ha apostrofato più volte Renzi come “sindaco miracolato” o addirittura “portaborse che ripete a pappagallo le ricette della destra” mentre Renzi ha spesso mostrato segni di insofferenza per le posizioni troppo a sinistra di Fassina soprattutto su temi economici.[divider]A chi lo ha intervistato dopo le dimissioni lo stesso Fassina ha risposto “Ho solo preso atto, non mi rassegno a un Pd padronale”; mentre nel comunicato ufficiale sottolinea come “le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c’è nulla di personale. È questione politica. È un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un’altra posizione” .[divider]A tale presa di posizione il sindaco di Firenze ha risposto sul suo profilo Facebook “se il Vice Ministro all’Economia – in questi tempi di crisi – si dimette per una battuta, mi dispiace per lui. Se si dimette per motivi politici, grande rispetto” ed ancora in una nota ufficiale “i motivi delle dimissioni ce li spiegherà lui nel dettaglio alla direzione Pd già convocata per il prossimo 16 gennaio raccontandoci cosa pensa del governo, cosa pensa di aver fatto, dove pensa di aver fallito. Lo ascolteremo tutti insieme con grande attenzione, così fa un partito serio”. E sull’opportunità e correttezza (o meno) della sua battuta Matteo Renzi incalza sottolineando che “io non cambierò il tono dei miei incontri con la stampa. Non diventerò mai un grigio burocrate che non può scherzare, non può sorridere, non può fare una battuta. La vita è una cosa troppo bella per non essere presa con leggerezza”.
Onorevole avvisato. Onorevole salvato.
Emanuela Nicoloro