
Stories che passione. A immagine e somiglianza di Snapchat e Instagram nasce Camera, la funzione di autodistruzione di immagini e video, una volta trascorse 24 ore, targata Facebook. Duro colpo per il fantasma giallo dei social, l’app che le immagini a scomparsa le ha inventate. Di fatti, dopo l’esplosione delle #instastories, responsabile di un calo di snap addicted, si apprestano a mettere i bastoni tra le ruote anche le #facestories.
Trascorsi cinque anni dall’offerta – rifiutata – di 3 miliardi di dollari, rivolta a Snapchat da Facebook, questa si rinnova cavalcando la cresta dell’onda delle sue intuizioni decisamente vincenti. O almeno, così sembrerebbe. In verità, uno spunto di innovazione – se si vuole trovarlo – esiste. Zuckerberg, a differenza dei competitors, ha dunque voluto investire sul concetto di privacy e riservatezza degli scatti. La condivisione a tempo determinato di foto e video, infatti, può non essere necessariamente pubblica. Al contrario, salvo che non si decida specificatamente di postare tali contenuti sul proprio profilo, essi possono essere inviati, in modalità direct, ad un unico utente selezionato.
A rendere possibile il desiderio di raccontarsi anche in casa Zuckerberg – opzione che ha affascinato indiscriminatamente qualunque target di utente – è la ridefinizione del design di Messenger, chat di messaggistica istantanea integrata in Facebook. La fotocamera interna all’applicazione ha ora una nuova serie di cornici, effetti interattivi e filtri. Nell’era del selfie compulsivo, quindi, Camera immette così sul mercato una nuova droga per i social(isti) anonimi. «Gli smartphone hanno cambiato il modo di comunicare – spiega Connor Hayes, uno dei project manager del Camera Team – oggi la comunicazione è ‘fotocentrica’, le persone amano raccontare se stesse con le immagini, ed è questa la direzione che vogliamo prendere».
L’aggiornamento della fotocamera è attualmente in corso, quindi potrebbe non essere da subito disponibile per tutti. Secondo alcune indiscrezioni, funzioni analoghe potrebbero essere introdotte nei prossimi mesi anche su WhatsApp.