
L’Expo 2015 è, senza ombra di dubbio, un evento di risonanza mondiale che porterà Milano, in particolare, e l’Italia, in generale, al centro dell’attenzione. In un periodo di crisi come quello che sta vivendo il nostro paese, vi era la speranza che questo evento potesse offrire un’occupazione, almeno momentanea, ai giovani o, per lo meno, uno stage dove poter apprendere le nozioni di base e ad interagire con le persone provenienti da tutto il mondo: un arricchimento per il proprio curriculum certo, ma soprattutto una forte esperienza culturale. Ma purtroppo non è così. La situazione reale è totalmente diversa e risale al luglio 2013. In questa data, infatti, Expo Spa ha siglato un accordo per l’assunzione di 835 persone (con un contratto di apprendistato dai 7 ai 12 mesi) e di 340 ragazzi e ragazze di età inferiore ai 30 anni per un corso formativo al fine di ottenere le qualifiche di “Specialista grande evento”, “Operatore grande evento” e “Tecnico sistemi di gestione grande evento”.
A differenza degli eventi importanti come l’Expo di Shangai o le Olimpiadi, qui vi è la richiesta di un lavoro gratuito (quindi volontario) di 18500 giovani. Vale a dire che lavori come quello di segreteria o di guida turistica della massa di gente che ci si aspetta, per acquisire lo status di “volontariato” ed i gestori dei grandi eventi avranno la possibilità di non pagare tutti i loro lavoratori. I giovani hanno deciso di dire la loro e si sono ribellati. I social network sono invasi dalle loro foto con un foglio in mano sul quale campeggia la scritta “Io non lavoro gratis per Expo”.
La pagina Facebook conta già più di 1250 “mi piace” ed è online il loro sito www.noexpo.org . Sergio Bologna, storico del movimento operaio, tramite un video pubblicato su Youtube ha fatto un appello per i seimila ragazzi che hanno inviato la loro candidatura da volontari. Bologna li invita a scioperare contro il lavoro gratuito il giorno dell’inaugurazione di “Expo Milano”, ovvero il 1 maggio 2015 poiché lavorare gratis non fa curriculum, ma è solo un’umiliazione. Questo sciopero è stato anticipato dal corteo di Milano di sabato 11 ottobre dove quattromila persone hanno dichiarato di essere indisponibili per il grande evento e per il lavoro gratuito.