
La holding di casa Agnelli Exor, attualmente quotata in borsa, ha acquistato la quota maggioritaria del settimanale economico inglese, the economist. Gli Agnelli hanno acquisito la principale quota dal gruppo inglese Pearson, passando dal 4,7% al 43,4% del capitale, con un investimento pari a 405 milioni di euro e diventano così gli azionisti di riferimento del settimanale di economia.
Il gruppo Pearson aveva già ceduto alla fine del mese scorso il Financial times per la cifra di 1,3 miliardi di dollari al gruppo giapponese Nikkei.
Il settimanale inglese è stato fondato nel 1843 e dal 1928 il 50% delle azioni sono detenute da una controllata di Pearson. La sua missione storicamente è stata quella della divulgazione del pensiero liberista e ha appoggiato nel corso degli ultimi cinquant’anni e più i leaders conservatori Margaret Thatcher, Ronald Reagan, ha sostenuto la molto discussa campagna degli americani in Vietnam, ma ha anche appoggiato Harold Wilson e Bill Clinton, e, inoltre, ha sposato alcune cause liberali: opposizione alla pena capitale dalle prime ore, si è schierato per la riforma penale e la decolonizzazione, così come, più recentemente, per il controllo delle armi e il matrimonio gay.
John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor, conferma un interesse forte del gruppo rivolto all’investimento nella comunicazione e nell’informazione e punta soprattutto sulle grandi opportunità di sviluppo che vengono dalla digitalizzazione del settore dei media.
L’ad ha commentato così in un comunicato stampa: “Con l’aumento della partecipazione in The Economist siamo lieti di confermare il nostro ruolo di azionisti di lungo termine a sostegno del Gruppo, insieme alle famiglie Cadbury, Layton, Rothschild e Schroder, e ad altri singoli investitori stabili. Abbiamo sempre ammirato l’integrità editoriale e la prospettiva globale che sono gli elementi caratteristici del successo de The Economist e sottoscriviamo pienamente la sua storica missione di ‘prender partito nella dura battaglia tra l’intelligenza, che ci spinge verso il progresso, e un’ignoranza vile e timorosa, che lo ostacola.’ La decisione del Gruppo di investire insieme a noi, mediante l’acquisto di azioni proprie, ci rende ancora più convinti dei meriti del nostro investimento, in quanto segno della fiducia in un futuro brillante e redditizio. Insieme riteniamo che The Economist abbia un enorme potenziale di crescita, in particolare per la sua capacità di cogliere le numerose opportunità di sviluppo legate alla digitalizzazione del settore dei media, sotto la guida di Zanny Minton Beddoes e di Chris Stibbs.”
L’attenzione della famiglia Agnelli rispetto all’editoria non è affatto una novità, infatti già nel 1926 rilevò il quotidiano La Stampa con il beneplacito delle autorità fascista, è diventata negli anni il primo azionista di Rcs (l’editore del Corriere della Sera) fondata da Angelo Rizzoli, milanese innamorato dell’isola d’Ischia, con una quota del 20% e ha rilevato un anno fa la maggioranza del Secolo XIX, quotidiano genovese.