
Martedì 4 agosto un’esplosione ha devastato il porto di Beirut e le zone limitrofe causando la morte di oltre 150 persone e provocando oltre 5000 feriti.
Per individuare le cause le autorità libanesi hanno istituito immediatamente una commissione di inchiesta con pieni poteri.
Il Ministro degli esteri libanese Charbel Wehbé, ha dichiarato che molto probabilmente si è trattato di un incidente causato da una cattiva gestione di prodotti estremamente esplosivi.
Nel porto di Beirut dal 2013 una nave russa contenente oltre duemila tonnellate di nitrato di ammonio, materiale altamente infiammabile, era ferma per controlli delle Autorità Giudiziarie locali.
Varie fonti di informazione hanno ipotizzato ad un complotto per colpire gli Hezbollah. Come ipotesi della tragedia altre fonti di informazione hanno teorizzato interventi sulla nave ferma contenente il carico di nitrato di ammonio, svolgendo manutenzioni, effettuando saldature.

Il principale sostenitore di un attacco terroristico è stato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, definendo l’esplosione al porto di Beirut un terribile attacco.
Il presidente Trump era stato corretto immediatamente dal segretario alla Difesa, Mike Esper, che ha riferito che fonti di indagini libanesi ipotizzano che si sia trattato di un incidente.
Il leader degli Hezbollah libanesi, Hassan Nasrallah, ha smentito con forza che l’esplosione sia stata causata dalla deflagrazione di armi depositate dal Partito di Dio nel porto di Beirut. Sono tutte bugie e menzogne, ha detto Nasrallah riferendosi alle accuse, rivolte da più parti a Hezbollah, di esser responsabile del disastro che ha ucciso più di 150 persone.
Il presidente libanese Michel Aoun ha respinto oggi le richieste di un’inchiesta internazionale avanzate ieri da varie parti, Aoun ha affermato durante un incontro con un gruppo di giornalisti che le richieste per un’inchiesta internazionale puntano a distorcere la verità, aggiungendo e sottolineando che ogni verdetto perde di significato se richiede troppo tempo per essere emesso.