[dropcap]E[/dropcap]quitalia. Pronunciarne semplicemente il nome ci mette subito di cattivo umore. Se dovessimo contare il numero dei suicidi da inizio anno di chi non è riuscito a far fronte ai suoi debiti a causa della crisi economica, molto probabilmente accapponeremmo la pelle. E ciò che fa più arrabbiare i cittadini, che si sentono letteralmente “strozzati”, schiacciati da tasse e debiti che non possono più affrontare ( e che aumentano costantemente!), è che non ci sono leggi capaci di tutelarli e sostenerli per non soccombere. Le imprese chiudono i battenti, le famiglie vanno in mezzo alla strada, il potere d’acquisto scende sotto lo zero e capita pure che si venga perseguitati dal fisco perché non si ha la forza di pagare. Il Governo attacca, pretende – ma solo dai piccoli evasori, gli artigiani, i padri di famiglia, i pensionati che non possono nemmeno mettere il piatto a tavola e che ricevono ingiustamente lo stesso trattamento dei grandi ladri di Stato (che spesso pure se la cavano) – ma non sostiene e non incentiva.
L’ultimo caso di suicidio risale a ieri. Secondo quanto riportato da alcuni quotdiani locali, un 50enne di Ravenna si è ucciso nel proprio magazzino all’alba. Il suicida, che viveva un momento di profonda crisi economica, da poco aveva ricevuto una sanzione da Equitalia di quasi 50mila euro.
I metodi della società di riscossione, nata dal 51% dall’Agenzia delle Entrate e per il restante 49% dall’Inps, sono stati messi più volte in discussione. Anche perché sono noti gli errori che commette. Notifiche mai arrivate, quelle irregolari e errate mai cancellate, cartelle “pazze”, ipoteche e fermi amministrativi illegittimi e mai annullati. Errori che si ripercuotono sui cittadini, già vittime di una crisi senza eguali. Badate bene però, qualche punto a favore di noi “comuni mortali”, c’è. La Cassazione ha infatti decretato che “Sono illegittime le ipoteche sugli immobili da parte di Equitalia se il credito erariale è inferiore alla soglia minima degli 8mila euro stabilita dalla legge” dapprima, e poi anche per 20mila euro. Stessa storia per i fermi amministrativi.
Ma può anche capitare che, in barba alla legge vigente, si possano trovare ancora fermi e ipoteche iscritte e non cancellate!
E non finisce qui. Tenetevi forte. Oltre ai cittadini, arrabbiati più che mai dovrebbero essere gli imprenditori.
Non tutti sanno, infatti, che una recente sentenza del Consiglio di Stato, la num. 6389 datata 5 marzo 2013, stabilisce che tutte le imprese che hanno rateizzazioni con Equitalia per debiti tributari non possono accedere alle gare indette dalle amministrazioni pubbliche. Considerando che il nuovo aumento del tasso annuale per il pagamento delle cartelle esattoriali supera il 5,50%, non c’è altro da fare che mettersi a lutto e dichiarare la morte delle piccole e medie imprese italiane.
Paola Di Matteo