
Nell’anno dei record dello sport italiano, anche Napoli è riuscita a raggiunto un doppio primato: la vittoria più ampia al primo turno del candidato a Sindaco ed il ritardo più lungo nella proclamazione dei Consiglieri di Circoscrizione.
Ed infatti a quasi una settimana dalla chiusura delle urne per la Quinta Municipalità (Vomero – Arenella) lo spoglio è ancora fermo a 111 su 113 sezioni.
Mancano i risultati di due scuole: la “Quarati”, che tra l’altro ha avuto l’onore di annoverare fra le sue liste elettorale il sindaco uscente Luigi de Magistris, che ha votato domenica mattina prima della sfortunata trasferta in terra di Calabria per lo spoglio delle regionali dove era candidato – e la “Giustino Fortunato”.
Dopo un tam tam di notizie, quest’anno reperibili anche da un portale dedicato alle elezioni, il fatto che lo scrutinio si fosse fermato a quota 111 ha giustamente messo in allarme i candidati per i quali la differenza fra l’essere gli ultimi eletti o i primi non eletti era solo di una manciata di voti.
Quindi, sballottati fra le scuole interessate, che ormai erano chiuse, la sede della 5° Municipalità in via Morghen, che li rimandava all’Ufficio Centrale elettorale, a Soccavo, non trovavano risposte ai loro dubbi.
Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, in una intervista a lui rilasciata, l’Avv. Daniele Quatrano, già Consigliere uscente della 5° Municipalità e nuovamente eletto, confermava che il problema erano le « schede mancanti», sottolinenando nel contempo che « il fatto che risultino mancanti alcune schede non vuol dire automaticamente che le stesse siano sparite, siano state sottratte o magari perfino distrutte. Probabilmente ci sono difformità ed incongruenze tra i verbali dove si registrano le singole preferenze e quelli riepilogativi. Errori, non dolo».
Quindi al momento abbiamo soltanto un fatto: i conti non tornano fra numero di votanti e voti scrutinati
In caso di ricorso da parte di eventuali soggetti che si sentiranno lesi da questo fatto, la Magistratura dovrà verificare se questa “discrepenza” di numeri” sia attribuibile ad una condotta colposa o dolosa.
Quindi è ancora troppo presto per poter definire chiusa la questione.
Certo è che se anche per un posto al “parlamentino” del quartiere, dove non girano i soldi che si vedono nella politica nazionale, dovesse essere dimostrato che qualcuno ha fatto sparire volontariamente delle schede elettorali, attentando alla sovranità popolare, dovremo cambiare uno dei proverbi napoletani più conosciuti e apprezzati e così si sarà costretti a dire: “O pesce fète d’ ‘a cora” (Il pesce puzza dalla coda, per i non dialettofoni)