

[dropcap]L[/dropcap]’Egitto continua a regalarci sorprese, infatti recentemente si è verificata una delle più importanti scoperte avvenute negli ultimi decenni, ad opera di un gruppo di archeologi svizzeri dell’Università di Basilea impegnati negli scavi che si stanno svolgendo tutt’oggi nella Valle dei Re, dove ha sede la celebre necropoli sulla riva occidentale del Nilo. A otto metri di profondità, il rinvenimento di una porta sigillata con enormi pietre ha portato alla luce una tomba. La piccola camera custodiva un sarcofago intatto, scolpito in legno di sicomoro e decorato con svariati geroglifici di colore giallo. Gli studiosi, dopo aver letto e tradotto l’iscrizione, si sono resi conto di essersi imbattuti per caso nella tomba di una donna che di mestiere faceva la cantante e la cui mummia era pressoché intatta. All’apertura del sepolcro erano presenti la professoressa Susanne Bickel dell’Università di Basilea, diversi suoi colleghi, dal Capo Ispettore delle Antichità dell’Alto Egitto, il dottor Mohamemed el-Bialy e dall’ispettore Ali Reda. [divider] Come ha raccontato l’archeologa svizzera alla rivista ‘Archeologia Viva’:
Dopo aver tradotto, siamo rimasti senza parole. La tomba apparteneva a Nehemes Bastet, una donna di classe agiata che aveva la qualifica di ‘Cantante di Amon’, vissuta intorno alla metà del IX sec. a.C., al tempo della XXII dinastia. Uno status assolutamente rispettabile dato che, assieme ad altre eleganti e ricche signore dell’epoca, le era stato concesso l’onore di intonare canti durante le celebrazioni di una delle principali divinità egizie
Ritrovamento, questo, avvenuto in una zona dove, durante il Nuovo Regno (1550-1075 a.C.), trovarono riposo faraoni e aristocratici ma questa volta i riflettori si sono accesi su una donna “comune”. Il Ministro delle Antichità Egizie, ha precisato: “La cantante nel sarcofago era la figlia del sommo sacerdote Amon e la scoperta è importante perché ancora una volta mostra che il sito della Valle dei Re è stato utilizzato per sepolture di uomini e donne non appartenenti alla famiglia reale, e dimostra che è stato utilizzato per inumazioni successive alla XVIII Dinastia”, dispensando così al mondo un’ informazione inaspettata e che porterà alla revisione di molti libri di testo. In realtà, la scoperta risale al 25 gennaio del 2011, giorno in cui la tomba fu aperta per poi essere di nuovo sigillata, collocando la rivelazione in un limbo silenzioso fino ai primi di gennaio del 2012, quando dopo l’inizio della stagione degli scavi di quest’anno, il sarcofago è stato identificato come una delle pochissime tombe della Valle dei Re che non sono ancora state saccheggiate dai predoni, e quindi subito preso in esame.
Bruna Di Matteo