E’ partita venerdì 15 novembre e prosegue fino a gennaio 2014 “Effetto Museo” rassegna diretta da Pino Miraglia che ospita in tre location d’eccezione, Villa Pignatelli, al Museo di Capodimonte e a Villa Floridiana spettacoli, concerti, reading, performing art, fotografia, video-arte, workshop e momenti di approfondimento legati tra loro dall’incontro di varie discipline artistiche. Tre magnifiche strutture del Polo Museale di Napoli accolgono per due mesi le esibizioni di Ascanio Celestini, Giovanni Lindo Ferretti, Marlene Kuntz, Stefano Benni, Brenda Lodigiani, Francesco Taskayali, Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini, superando il concetto aristocratico dell’arte quale bene elitario. «A Napoli siamo pieni di musei ma non ci va nessuno – spiega Pino Miraglia – allora ho pensato ad un progetto che avesse in sé più linguaggi artistici e che si rivolgesse a tutte le età per far conoscere questi posti attraverso proposte culturali interdisciplianari» E allora troviamo insieme, Giovanni Lindo Ferretti, Marlene Kuntz, Stefano Benni, Brenda Lodigiani, Collodi, Carroll, Barrie, Esopo, Fedro per i bambini, mostre fotografiche, spettacoli itineranti, danza, oltre i canonici orari museali. (http://www.effettomuseo.it/programma)
L’apertura dei lavori è stata affidata ad uno straordinario Ascanio Celestini che ha incantato gli spettatori di Villa Pignatelli per più di un’ora con lo spettacolo “Il Piccolo Paese ”. I racconti del Piccolo Paese sono microstorie che iniziano e finiscono in pochi minuti, morali diverse di un unico luogo che ci riguardano molto da vicino. Il Piccolo Paese non è altro che l’Italia del paradosso raccontata dall’attore romano. Lavoratori precari, operai, soldati, stranieri vittime della politica “cazzi vostri” dei padroni, Tony-Mafioso e Tony Corrotto, sono al centro del gioco di parole di Celestini. “adesso vado e butto la bomba. vado al parlamento e butto la bomba. monto in macchina con la bomba, vado al parlamento e la butto”, così parla uno dei personaggi delle piccole storie, uno che pensa di ribellarsi a tutto con un gesto estremo. Ma una volta lì rimane deluso, scopre che ci sono in fila prima di lui un anarchico del ’48, il cittadino incazzato, ci sono le Brigate Rosse e tantissimi altri personaggi di costume. In un grottesco scenario di follia, Celestini racconta dell’immobilismo che ci accomuna nel cercare di portare avanti le nostre vite e i nostri desideri , Eppure anche io ho qualcosa in comune con loro – continua il personaggio – Abbiamo qualcosa in comune non so se è l’ideale o se abbiamo fatto tutti lo stesso sbaglio. Fatto sta che siamo immobili ognuno nel suo buco. In un milione di anni nemmeno la mosca ha imparato a salvarsi dal ragno».
Caterina Piscitelli