[dropcap]C[/dropcap]iò che della crisi fa più rabbia sono, senza ombra di dubbio, le morti per suicidio o quei gesti disperati che ormai siamo abituati a leggere sui giornali. Tragedie che sono sintomo di un Paese oramai alla deriva, di un Paese sterile, che non ha più nulla da offrire ai suoi figli. Mentre i vertici del nostro Stato si fanno la guerra, parlano di poltrone e potere, nella realtà, quella vera, fatta di gente che per mettere a tavola un tozzo di pane ha bisogno di “faticare” sul serio, i padri di famiglia si ammazzano.
Per troppi anni i cittadini sono stati vittime dell’assenteismo del Governo, passando da una manovra economica all’altra senza ottenere benefici per le classi in difficoltà, che magari prima della crisi non versavano in questa condizione. Tra scudi fiscali e tagli alle PA, gli italiani hanno cominciato a sentirsi soli ed è proprio quando le banche hanno tagliato via ogni speranza di ottenere fidi o prestiti, per fare fronte alle più elementari necessità, che la gente ha davvero toccato il fondo. Suicidi, cittadini che si danno fuoco, disperati che sparano fuori Palazzo Chigi, e Dio ci scampi da chissà quali altri atti dettati dalla più profonda mortificazione.
Oggi ricordiamo Giovanni Guarascio, morto all’ospedale Cannizzaro di Catania, il muratore 64enne disoccupato di Vittoria (Ragusa) che lo scorso 14 maggio si era dato fuoco nell’estremo tentativo di opporsi allo sfratto della sua abitazione, che sarebbe stata venduta all’asta dalla banca per un debito di poco più di 10mila euro. Le fiamme alimentate dalla benzina che Guarascio si era versato addosso avevano ustionato gravemente anche la povera moglie e due agenti di polizia. Bruciature più lievi aveva riportato anche una figlia.
Possibile che un uomo debba uccidersi per un debito di 10mila euro? A che punto è arrivata la gente per colpa della crisi? La disperazione la fa da padrona…Dopo il terremoto dell’Irpinia dell’Ottanta, un noto quotidiano, Il Mattino, titolò la sua apertura di giornale con un messaggio ben chiaro alle istituzioni affinchè facessero arrivare velocemente tutti gli aiuti necessari e urgenti: “Fate Presto”. Forse è il caso che, data la drammatica situazione che oggi getta le famiglie in un baratro senza soluzione, chi ci Governa tenga bene a mente lo stesso messaggio: FATE PRESTO.
Vincenzo Nigri