
E-book con Iva agevolata al 4%, e abbandono di un oneroso 22%. Questa la proposta dell’emendamento inserito nel Ddl di Stabilità, che dovrà essere approvato alla Camera dei deputati che prevede una totale parità dell’aliquota dei periodi e libri in formato digitale rispetto al cartaceo. Franceschini ha presentato l’emendamento alla Legge di stabilità, attualmente in discussione alla Commissione Bilancio della Camera, per abbassare l’iva al 4% per gli e-books, equiparando così i prodotti cartacei a quelli elettronici. Il ministro ha dato l’annuncio su twitter con l’argomento #unlibroèunlibro. La richiesta è pervenuta già da tempo dalle associazioni di categoria perchè il problema è non di poco conto: infatti, l’imposta sul valore aggiunto applicata agli e-books, attualmente al 22%, produce una disparità che va tutta a favore delle aziende, vedi Amazon, che avendo sede in Lussemburgo versano l’IVA al 3% e produce, d’altra parte, uno svantaggio nei confronti di quelle aziende italiane che sono sottoposte ad una normativa non al passo con i tempi.
In realtà, già la Commissione Europea ha portato davanti alla Corte di giustizia la Francia (Iva sugli e-books al 7%) e Lussemburgo (Iva al 3%), accusandoli di dumping fiscale: attirerebbero in maniera illegittima gli acquirenti di ebook degli altri Paesi. Oggi e sempre di più gli attori del mercato sono anche gli stati e la differenza non le fanno solo le aziende che commercializzano prodotti e le distribuiscono sulla base delle politiche di mercato, ma anche di governi che applicano tasse e imposte che vanno a incidere sul prezzo finale o in ogni caso incidono sugli utili delle imprese. E il panorama non si completa a meno che non ci si renda conto di come cambia l’economia con la globalizzazione e di come sia anche l’Europa che debba necessariamente prendere delle decisioni. Del fatto che esista una battaglia sempre più aperta è un segnale anche quello che è accaduto in Francia lo scorso luglio. Il Parlamento ha approvato una legge, la legge Filippetti, per impedire ad Amazon (accusata dallo stato francese a sua volta di fare dumping) di distribuire i libri senza far pagare i costi di spedizione, penalizzando i librai locali. Amazon ha alzato ad 1 centesimo i suddetti costi, per tutta risposta, ma rimane il fatto che questo fenomeno debba essere disciplinato e di certo non dalla Francia, ma dall’Europa.
In questo modo infatti, dal punto di vista fiscale, non ci sarebbe più alcuna differenza tra un e-book ed un quotidiano acquistato in edicola. L’aliquota agevolata al 4%, scansando in definitiva il 22%, con una riduzione notevole -che peserebbe sulla casse dell’Erario- potrebbe essere un grande passo in avanti per l’Italia, sospiro di sollievo per un mercato sempre più esposto alle conseguenze della crisi. Ovviamente, poi si dovrà anche aspettare la decisione della Commissione UE, che ha carta bianca. Bruxelles infatti considera gli e-book solo come prodotti elettronici e non come veri e propri libri, quali sono. Sarebbe un grande passo per far capire a tutti che #unlibroèunlibro, come il ministro Franceschini ha twittato di recente, comprendere l’importanza della valorizzazione della cultura in ogni sua forma o materialità, al di là che il “formato” sia cartaceo o digitale.
(Gianni Cuomo e Donatella Conte)