[dropcap]C[/dropcap]ominciano a delinearsi le responsabilità per la morte della 44enne Cristina Alongi, deceduta lunedì mattina in seguito alla caduta di un albero di pino in via Aniello Falcone. Infatti, il pm Giovanni Corona, titolare del fascicolo relativo all’inchiesta, ha firmato ed emesso quattro avvisi di garanzia. Le sanzioni rappresentano un atto dovuto per procedere ad una serie di accertamenti necessari a scopi investigativi, a partire dall’autopsia prevista per domani. I provvedimenti sono stati diffusi nei confronti del dirigente comunale Giuseppe Pulli, di un’agronoma, di un agente della municipale e di un vigile del fuoco, per i quali il pm Corona ipotizza il reato di omicidio colposo. Inoltre, le indagini sono orientate anche a verificare le diverse segnalazioni, pervenute negli ultimi tempi, sulle condizioni del pino. Di particolare interesse è una telefonata di allarme giunta circa due settimane prima della tragica vicenda. Sempre domani, nel pomeriggio, sono previsti i funerali di Cristina Alongi. Una morte che poteva essere evitata? Perché le diverse segnalazioni non sono state ascoltate? E quante ancora ne esistono e sono tuttora in balia della noncuranza? Come al solito si attendono le tragedie affinché le problematiche dei cittadini vengano ascoltate. Ma non si tratta di problemi futili o di “seccature”, come spesso vengono battezzate: a rischio è la vita stessa dei residenti, come purtroppo ha confermato la disgrazia di Cristina Alongi.
Bruna Di Matteo