
Dilaga la mania del “Divorzio facile”, un argomento al centro di un dibattito molto acceso in quest’ultimo mese, anche da parte delle istituzioni religiose che accusano il decreto legge 132/2014 di banalizzare il matrimonio. Dopo la riforma approvata da Renzi, si è avviata ormai in Italia a pieno regime la pratica del “divorzio light”, ossia con tempi e costi molto più brevi. In pratica, il nuovo testo del decreto consente anche alle autorità comunali di intervenire per mettere fine alle unioni coniugali, prerogativa prima solo delle autorità giudiziarie. In poco meno di un mese dall’entrata in vigore, possiamo iniziare a raccogliere i primi dati italiani che provengono da varie città del nord Italia.
Dati ancora bassi, a causa delle feste natalizie che hanno impedito sotto Natale le separazioni per i più buoni, eppure i numeri vanno crescendo con l’anno nuovo. Dunque, se durante l’anno 2014 le pratiche di divorzio sembravano essersi rallentate a causa di una crisi economica che non agevolava la separazione, oggi la velocità, e un costo che si aggirerebbe intorno ad una cifra irrisoria, solo 16 euro, smuoverà un po’ le acque, e quindi non basta che dirsi, arrivederci e grazie!
Non sono pochi i casi di famiglie che aspettavano proprio quest’occasione, perché molte stanno insieme solo per “sistemare i figli” e poi una volta fatto decidono di seguire i loro sogni, quelli che magari hanno dovuto mettere da parte per sostenere le spese familiari. Tanti casi anche di coppie che non si separano per via della crisi, perché oggi divorziare non solo è molto costoso, ma è anche difficile, proprio per questo la società definisce i divorziati, “ i nuovi poveri”, perché devono ricominciare da zero, rifarsi una casa, una vita e sostenere tutti i costi individualmente. Questo nuovo decreto light è stato studiato anche per loro, e verrà incontro perciò solo alle coppie in cui i due coniugi sono perfettamente autonomi e indipendenti, senza figli, senza difficoltà di spartizioni patrimoniali e soprattutto in grado ritornare single senza difficoltà.
Ma diamo uno sguardo alle diverse reazioni nei paesi dove il provvedimento è già in vigore. Al nord è Busto Arsizio la cittadina che ha meglio interpretato questo decreto, tanto che è stato deciso di rendere il divorzio ancora più economico applicando alla tariffa base di 16 euro uno sconto ulteriore di 1 euro, giustificandolo come una comodità nel dare il resto alla coppia separata. Niente moneta, quindi, ma una cifra bella tonda e accessibile a tutti. E allora ecco che a goderne saranno non solo le giovani coppie sposate da pochi anni, ma anche gli ultrasessantenni, che sempre di più decidono di separarsi per ringiovanire e godersi una vita nuova.
Anche a Brescia il servizio è stato subito reso attivo e uno sportello apposito è pronto per accogliere le richieste delle coppie in stato di crisi, anche se per ora ci sono state soltanto poche richieste. Qui è possibile anche prenotare telefonicamente un appuntamento con l’ufficio dello stato civile e vi verrà spiegata tutta la procedura e i documenti da portare con se al momento della separazione consensuale.
Ma la città che sembra aver avuto più richieste nel giro di poche settimane è proprio Genova, qui sembra che siano state già inoltrate più di 35 pratiche per ottenere il divorzio, sembra quasi che queste coppie non aspettassero altro. Scendendo in giù, anche a Roma il divorzio flash inizia a dare i suoi frutti, anche se spesso i casi sono complicati e non è facile non ricorrere ad un giudice per risolvere controversie legati a casi molto particolari, come figli minori e patrimoni.
E se le statistiche vedono il sud, con Napoli in testa come prima città d’Italia dove i matrimoni durano più a lungo e ci sono meno divorzi, staremo a vedere se questa nuova legge cambierà le carte in tavola, e se tanti decideranno di togliersi la fede dal dito per inseguire il loro sogno di libertà.