
Il 4 ottobre 2021, a 22 anni dalla sua apertura a Napoli, chiuderà il negozio Disney Store di via Toledo. La scelta sembra derivi da questioni di politica aziendale, chiuderanno infatti tutti i Disney Store in Europa, tranne quelli che si trovano all’interno dei parchi giochi Disney e pochissimi altri di alcune capitali europee, come ad esempio quello di Parigi sugli Champs elysees. Non è una scelta legata alla crisi economica post Covid e questo fatto rende a molti ancora più amaro il boccone da ingoiare.
Da mesi gli storici e stoici commessi del Disney Store, che hanno accompagnato il negozio sin dalla sua apertura, combattono con i sindacati per evitare la chiusura, ma l’azienda su questo ha fatto muro sin da subito. Alla fine non è rimasto che cercare di ottenere la migliore fuoriuscita possibile. Quella che era stata una bellissima storia lavorativa si è trasformata in una bruttissima storia umana.
Il Disney Store non era un negozio qualunque, chiunque ci sia passato sa che lì dentro si viveva un’esperienza, si tornava un po’ bambini, e non solo per la cura con cui erano esposti i prodotti legati ai magici cartoni Disney, Pixar, Marvel, ma proprio per il messaggio che arrivava dal contesto. Il famoso motto del buon vecchio Walt: “se puoi sognarlo puoi farlo” sembrava entrarti nella testa e nel cuore ogni volta che varcavi quella soglia e ti ricordavi che se vuoi una cosa devi crederci e puoi realizzarla. Non è stato così per i dipendenti del Disney Store, per loro la chiusura è stata inesorabile. Eppure lui il signor Disney, c’era riuscito anche con questo store ci ha fatto sognare, ha fatto sognare i nostri figli e quel negozio rappresentava questo, un momento di gioia e spensieratezza da condividere in famiglia.
Ora tutto questo sarà sostituito da un banalissimo shopping online, che poco o nulla nulla aggiungerà in termini di emozioni alle nostre vite. La chiusura del Disney Store induce a profonde riflessioni sul futuro che è già presente. E ci pone di fronte alla domanda se davvero è giunto il tempo in cui le intelligenze artificiali e il mondo virtuale andranno a sostituire le persone. Perché il negozio della Disney era il luogo in cui trovavi l’accoglienza, la gentilezza, la disponibilità di coloro che ci lavoravano, non era il negozio delle cose era il negozio delle emozioni. Credo di esserci entrata per la prima volta che ero ancora incinta del mio primo figlio, era il luglio del 1999 e mio figlio sarebbe nato, ironia della sorte, proprio il 4 ottobre 1999, il giorno in cui è stata stabilita la chiusura del punto vendita ventidue anni dopo.
Quante promesse esaudite passate in questo negozio, quanti ricordi e quante emozioni. Quando usciva il nuovo film della Disney eravamo lì in attesa dei gadget da riportare nelle nostre case per condividerli nel gioco con i nostri figli, i nostri nipoti, i figli dei nostri amici. Ecco questo negozio era soprattutto condivisione. Condivisione del gioco, dell’amore, della speranza del lieto fine, del bene che sconfigge il male, dell’amore che si realizza, in una parola della favola. Perché le favole sono sempre legate alla speranza, la speranza che il mondo possa essere sempre un luogo migliore, un luogo dove regnino i buoni sentimenti, le buone azioni, le belle persone, la simpatia, l’empatia la fedeltà assoluta degli animali che accompagnano le nostre vite. Il 4 ottobre finirà qualcosa di importante nella nostra città e sarà davvero un giorno triste anche se è il compleanno di mio figlio. E ora è il momento di dire grazie a tutti i commessi che ci hanno consentito di vivere questi anni con la certezza che in quel posto avremmo sempre trovato un sorriso, augurandoci per loro un futuro roseo, affinché non smettano di creder


