[dropcap]D[/dropcap]a New York arriva una brutta notizia per tutti gli amanti dei videogiochi. La Walt Disney chiude la divisione di videogames di LucasArts, il gruppo di videogiochi acquistato lo scorso ottobre dal suo fondatore e regista George Lucas per oltre quattro miliardi.
Nata 31 anni fa, nel 1982, la game house si è fatta conoscere soprattutto negli anni ’90 per titoli legati alla saga Guerre Stellari (Rebel Assault, Super Star War Rogue Squadron), è stato anche un vero e proprio innovatore nel campo videoludico attraverso videogiochi d’avventura come ManiacMansion, The Secret of Monkey Island e Grim Fandango. Ma negli ultimi anni non ha saputo tenere i ritmi di successo del passato.
In realtà già da tempo non se la passava molto bene, colpita da una grave crisi economica nel settore e da qualche passo non proprio fortunato come il recente MMORPG (Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) Star Wars: The Old Republic che non ha retto il confronto con la concorrenza di Blizzard (World of Warcraft) e altri produttori.
Nonostante le vendite siano state comunque buone, i picchi visti in precedenza sono rimasti un miraggio.
Anche il numero di titoli pubblicati ha rallentato vistosamente. Da qui la mossa Disney, da diversi mesi impegnata in una riduzione dei costi, di chiudere i battenti.
Con la chiusura LucasArts licenzierà ben 150 sviluppatori oltre a bloccare la produzione di tutte le nuove uscite, compreso l’annunciato e molto atteso Star Wars 1313, in uscita entro la fine di quest’anno, e Star Wars: First Assault che però forse potrebbero essere ceduti in licenza a produttori esterni come si legge nel comunicato stampa diramato da Disney:
Dopo aver valutato la nostra posizione sul mercato dei giochi, abbiamo deciso di trasformare LucasArts da divisione interna per lo sviluppo a un modello di concessione di licenze, minimizzando così i rischi per la società”
Dopo anni di gloriosa attività, la chiusura della Lucas Arts segna così la fine di un era ma di certo per tutta la comunità videoludica rimarrà per sempre nella storia
Claudio D’Addio