[dropcap]E’ [/dropcap]proprio il premio Nobel Dario Fo a parlare sul canale di Youtube di Grillo dichiarando:
“Molti mi scrivono e mi telefonano, addirittura c’è chi mi ferma per strada, chiedendomi: “Ma non le pare che Grillo, a parte il suo talento del quale non si discute, sia un populista? Fermi tutti, rispondo io, voi sapete che significato abbia l’espressione populista? Il dizionario dice che populista è colui che intende migliorare la posizione del popolo permettendogli di sfuggire alle violenze della classe dominante, ai ricatti e allo sfruttamento. Quindi è un termine positivo completamente opposto all’altro termine: demagogo. Forse coloro che con tanta leggerezza usano la definizione di populista per denigrare un oppositore, dovrebbero ritornare sul dizionario e consultare il termine alla voce demagogo e scoprirebbero che al contrario, quell’espressione, significa “colui che con ipocrisia ben calcolata, cerca di sfruttare l’ingenuità di una popolazione per trarne vantaggi indegni” Quindi, miei cari, avete sbagliato termine. Ora, quando si attribuisce un comportamento a qualcuno, come è successo con Grillo, è buona norma conoscere il significato del termine che si usa”.
Inoltre Dario Fo si esprime sulla inaspettata sorpresa del successo del M5S e sulla campagna elettorale: “Quello che è accaduto alla fine di una campagna elettorale condotta da tutti i partiti in modo a dir poco scellerato si è rivelato, per quanto riguarda i 5 Stelle, un successo fuori da ogni previsione. Io stesso che l’ho vissuto dal di dentro il Movimento sono rimasto completamente sconvolto dal risultato finale. Un evento di questa portata non si era mai verificato in tutta Europa. Non comprendendolo ieri e oggi vuol dire essere completamente ottusi”. Infine il Nobel chiude il suo intervento lanciando una provocazione ai partiti dichiarando:“Mi dispiace per voi cari maestri dello sberleffo ma stavolta la danza è un’altra, è cambiata l’orchestra, i musici e anche i ballerini e non è più il tango col casquè ma un rock –canta- col lancio in aria di chi fa il furbo e ci allunga troppo le mani sul culo”.
Vincenzo Nigri