
Dopo una gestazione lunga tre anni, finalmente, la proposta di legge sul cyberbullismo è stata approvata dalla Camera con 432 voti a favore, nessun contrario e un astenuto. Grazie alle attese e rivoluzionarie – almeno per l’Italia – novità introdotte, d’ora in avanti, un minore di almeno 14 anni potrà chiedere al gestore di siti web o social network di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffamatori e lesivi diffusi in rete.
Dopo 4 anni dalla morte della prima vittima riconosciuta di cyberbullismo – Carolina Picchio, ragazza di Novara, suicidatasi a 14 anni, nel 2013 – il sì al testo definitivo contro il bullismo informatico ad opera di minorenni può definirsi una grande vittoria. Il gesto estremo di Carolina fu la conseguenza di una violenza sessuale da parte di un “branco” il quale, come se non bastasse, postò poi il video sui social rendendola così bersaglio di una vera e propria gogna mediatica. Carolina si gettò dal balcone di casa lasciando questo messaggio: «Le parole fan più male delle botte». È dunque «a lei che questa legge è dedicata» ribadisce in Aula Elena Ferrara, senatrice del Pd ed ex insegnante di Carolina Picchio, prima firmataria della legge.
La nuova legge definisce come cyberbullismo ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, manipolazione, acquisizione o trattamento illecito di dati personali realizzata sul web contro minori. Per la prima volta l’Italia ha quindi provveduto a regolare la circolazione dei contenuti diffusi in rete permettendone l’eventuale rimozione senza la mediazione di un adulto, stabilendo i casi in cui risulti necessario l’intervento del garante della privacy e, soprattutto, introducendo una misura di ammonimento nel caso di reati commessi da minorenni, ma con età superiore ai 14 anni. Nell’ascolto delle vittime, nell’educazione e/o nel percorso di riabilitazione di un cyberbullo svolgeranno un ruolo fondamentale anche le scuole. In ogni istituto, infatti, sarà individuato tra i professori un referente il cui compito sarà quello di gestire le iniziative di prevenzione del bullismo telematico.
Il provvedimento normativo sembra, quindi, aver considerato ogni aspetto del fenomeno. E a questo proposito, Raffaella Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di Save the children ha dichiarato: «Il nostro Paese si è dotato di una legge che prevede delle misure concrete per prevenire e affrontare un fenomeno che coinvolge un numero sempre maggiore di ragazzi in Italia. Ora è importante che questo provvedimento venga subito messo in pratica coinvolgendo tutti gli attori interessati, per contrastare immediatamente un fenomeno che si fa ogni giorno più preoccupante». Altrettanto soddisfatta si dice la presidente della Camera Laura Boldrini: «È una bella giornata per il Parlamento. Abbiamo mantenuto una promessa, dando uno strumento utile a chi deve aiutare i nostri figli a proteggersi».