

[dropcap]S[/dropcap]i è arrivati al limite: gli italiani rinunciano a cure e farmaci. Quasi la metà degli over 65 non può più permettersi rapide visite private e le famiglie ora declinano anche i trattamenti dentistici per i propri figli. E’ questa la nuova figlia della crisi: “la crisi delle cure “, capitolo sempre più preoccupante dell’Italia che stringe la cinghia. Nel nostro Paese ormai nove milioni di persone hanno rinunciato a curare disturbi di piccola e media importanza. Dati ancor più agghiaccianti sono quelli dichiarati dal rapporto annuale “ OsservaSalute “, secondo il quale dall’inizio della crisi è aumentato l’utilizzo di farmaci antidepressivi (da 8,18 dosi giornaliere per 1000 abitanti nel 2000 a 35,72 nel 2010), sintomo della ricerca di una “cura rapida” ed efficace al senso di malessere. E non finisce qui. Anche gli stili di vita stanno peggiorando, registrando un netto calo del consumo di frutta e verdura a favore di cibi più economici e calorici e la rinuncia all’attività fisica per risparmiare.[divider] In aumento, segnala l’Istat, sono anche i suicidi, che seguono la tendenza europea. Inoltre, circa due milioni di over 65, secondo i dati del Censis, rinunciano alle cure anche limitando l’acquisto dei farmaci non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale e se proprio sono costretti a curarsi, anziché scegliere la via rapida della visita privata, si rassegnano alle infinite attese del pubblico. Quattro italiani su dieci che rinunciano alle prestazioni sanitarie appartengono a nuclei familiari con basso livello socio-economico (il 39,8%). In caduta libera anche le cure termali: solo il 10% nel numero delle persone che nel 2012 hanno fatto ricorso a tali trattamenti mentre in Francia è stato al contrario registrato un aumento del 5%. Per le cure ai denti cresce intanto il business dei “pacchetti” low cost di cure dentali acquistabili su internet, tariffe stracciate sullo stesso piano dei viaggi all’ estero. Cure più a buon mercato sempre come effetto della crisi economica sul settore dell’odontoiatria, che ha registrato negli ultimi due anni una ribasso del 30% del fatturato a fronte, però, di un numero di dentisti che è tra i più alti in Europa, secondo i dati dell’Associazione italiana dentisti italiani. Una situazione che fa arrabbiare, che ci butta nello sconforto più totale: non solo si fa fatica ad arrivare a fine mese, non solo si fa fatica a trovare un lavoro, non solo si fa fatica a mantenere aperta un’attività commerciale…ora gli Italiani devono anche far fatica a “mantenersi vivi”. Non ci sono parole, solo indignazione.
Bruna Di Matteo