[dropcap]S[/dropcap]i chiama Crickett, con tanto di logo raffigurante un grillo armato di fucile e con indosso il gilet dei cacciatori, il fucile calibro 22 con cui un bambino di appena cinque anni del Kentucky ha fatto fuoco contro la sorellina di due, ammazzandola. L’azienda delle Pennsylvania che lo produce, la Keystone Sporting Arms, lo pubblicizza come “my first rifle”, ovvero “il mio primo fucile”, sul suo sito in cui afferma che il suo scopo è “instillare la sicurezza delle armi nelle menti dei giovani tiratori e incoraggiarli ad acquisire conoscenza e rispetto che la caccia e le attività di tiro si meritano”. Nella page è presente anche un “Kids Corner”, l’angolo dei bambini, che ostenta decine e decine di foto di bimbi che sorridono all’obiettivo con in mano la pericolosa arma che hanno ricevuto in regalo, proprio come il bambino del tragico incidente del Kentucky. Tra questi spiccano i modelli di Crickett coloratissimi, rosa o blu, che vengono poi descritti in tutti i particolari nel sito, con le specifiche sulle caratteristiche ed i prezzi che, a seconda poi del rivenditore, vanno da 115 dollari (circa 88 euro) in su. [divider]Sempre secondo il sito, la ditta, che fabbrica anche armi per adulti e che è principalmente concentrata sul mercato dei bambini, ha prodotto nel 2008 circa 60mila modelli di Crickett e Chipmunk, quest’ultimo altro modello che produce. I fucili sono venduti con cavalletto in modo che gli acquirenti più piccoli possano assemblare la loro arma per poter poi sparare ed esercitarsi al poligono. Una notizia che fa rabbia alla luce dei fatti successi in Kentucky proprio in questi ultimi giorni. “Incoraggiare ad acquisire conoscenza e rispetto che la caccia e le attività di tiro si meritano”….queste le parole allucinanti, della Keystone Sporting Arms, che rimbombano nella mente. Parole che equivalgono ad incoraggiare gli incidenti domestici, la violenza ed il libero omicidio sin dalla tenera età. Possibile che dopo la tragedia appena avvenuta, non vengano calcolati i pericolosissimi rischi messi in gioco? Il mercato delle armi è davvero spietato, pronto a calpestare l’innocenza dei bambini ed a fomentare sangue e morte. Non ci sono parole, solo sdegno e rabbia.
Bruna Di Matteo