[dropcap]L[/dropcap]a mia esperienza con gli ammalati, anche terminali, e con i loro familiari, mi ha fatto maturare l’idea in merito alla necessità di una formazione tesa allo sviluppo di una comunicazione attenta e sensibile nei confronti dei pazienti e dei loro familiari.
Le persone ammalate ed i loro familiari necessitano, più di ogni altro, di un counseling di sostegno e di accompagnamento. Prima di rivestire un qualsiasi ruolo in ambito sanitario, bisogna ricordarsi di essere innanzitutto una persona che sa essere presente al dolore dell’altro, sa ascoltarlo col cuore e non solo dirigerlo, sa camminare affianco e non comportarsi solo da “esperto tecnico” della situazione, sa imparare dagli altri e non solo condurre, sa rispettare l’altro nei suoi silenzi ed emozioni, piuttosto che concentrarsi solo su discorsi logico-organizzativi. Oltre alla sofferenza, l’ angoscia, la depressione, la tristezza, il vuoto, la disperazione e la perdita di senso con il desiderio di morte, ci sono anche la stanchezza, l’insonnia, la disorganizzazione ma anche una inevitabile riorganizzazione e modifica della vita. In questi casi, le risorse e la cura devono essere pianificate nel miglior modo possibile.
Suzana Blazevic