[dropcap]D[/dropcap]opo la Camera, anche il Senato ha dato l’”ok” per la convenzione di Istanbul in materia di prevenzione e lotta nei confronti della violenza sulle donne, il tema più scottante di questi ultimi mesi. Da oggi, in Italia, le norme della convenzione sono diventate legge a tutti gli effetti. Il presidente della Camera Laura Boldrini ha espresso “orgoglio” e compiacimento per l’impegno del Parlamento nazionale su questa realtà. La Convenzione fu approvata dal Comitato dei Ministri dei paesi aderenti al Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 e aperta alla firma dall’11 aprile 2011. Si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per tutelare le donne contro qualsiasi forma di violenza. Nello specifico il fine ultimo del trattato è di “Prevenire e contrastare la violenza intrafamiliare e altre specifiche forme di violenza contro le donne, di proteggere e fornire sostegno alle vittime di questa violenza nonché di perseguire gli autori”.[divider] La Convenzione ha tra i suoi principali obiettivi l’individuazione di una strategia condivisa per il contrasto della violenza sulle donne ma anche la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime, la perseguibilità penale degli aggressori e promuovere l’eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini. Inoltre viene riconosciuta ufficialmente la necessità di azioni coordinate, sia a livello nazionale che internazionale, tra tutti gli attori a vario titolo coinvolti nella presa in carico delle vittime e la necessità di finanziare adeguatamente le azioni previste nonché per il sostegno e lo sviluppo dei servizi dedicati. E’ prevista anche la protezione e il supporto ai bambini testimoni di violenza domestica e viene chiesta la penalizzazione dei matrimoni forzati, delle mutilazioni genitali femminili, dell’aborto e della sterilizzazione forzata. La Convenzione è stata firmata dall’Italia a Strasburgo nel settembre 2012 con il ministro Elsa Fornero. Con il via libera di oggi da parte del Senato, la Penisola è divenuta il quinto Paese ad aver ratificato il trattato. Per entrare però in vigore è necessaria l’approvazione di dieci Paesi, di cui almeno otto membri del Consiglio d’Europa.
Bruna Di Matteo