

[dropcap]R[/dropcap]apinatori improvvisati ma decisi per pagare il banchetto della comunione delle figlie e per tollerare un tenore di vita (vestiti firmati, mogli ed amanti da mantenere) al di sopra delle proprie possibilità. Questo il movente che avrebbe spinto quattro pugliesi, originari di Brindisi, a tentare una rapina in una gioielleria di Bologna conclusasi senza refurtiva ma marchiata da una violenta aggressione al titolare del negozio. I tre rapinatori in “trasferta”, seguiti ed intercettati, sono stati arrestati dai Carabinieri con l’accusa di tentata rapina. Un quarto (per il quale non è stato ancora convalidato lo stato di fermo) è indagato a piede libero. Secondo investigatori ed inquirenti, dopo il mancato colpo, i quattro uomini erano ritornati a Brindisi, dalle loro famiglie, per poi giungere nuovamente al nord determinati a procurarsi il denaro. I fatti risalgono al 23 marzo scorso. Due uomini, fingendosi clienti, si mostrarono interessati ad un anello parlando con la moglie del titolare di una gioielleria in via Dagnini a Bologna. Poi estrassero le pistole. Mentre un malvivente bloccava la donna, l’altro si scagliava contro il marito colpendolo più volte alla testa con il calcio della pistola. Fuori c’erano i due complici: uno serviva da palo e l’altro era alla guida dell’auto su cui fuggì la banda dopo la tentata rapina. [divider]E’ stato un cittadino a notare la vettura sospetta annotando qualche numero di targa, il modello ed il colore. Grazie alla sua preziosa testimonianza i Carabinieri sono riusciti a risalire al veicolo e, in un secondo momento, ai rapinatori. I due artefici materiali del “blitz” nella gioielleria sono entrambi incensurati. I soldi dovevano arrivare subito avendo già “dato per certo” a vari esercenti il denaro per la comunione delle figlie. Il primo, disoccupato di 40 anni, ha vissuto per anni a Bologna lavorando come artigiano e bodyguard nei locali. Il secondo, 32 anni, era impiegato come custode in una clinica privata a Brindisi. I fermi, disposti dal procuratore aggiunto Valter Giovannini, coordinatore del gruppo per i reati contro la criminalità organizzata comune e dal titolare dell’indagine Domenico Ambrosino, sono stati eseguiti giovedì scorso dai militari dell’Arma. La “gang” di rapinatori, infatti, era tornata nel bolognese per mettere a segno un altro crimine.
Bruna Di Matteo