[dropcap]A[/dropcap] Napoli, nel cuore del Vomero, in via Massimo Stanzione numero 2, ha chiuso il negozio di oggettistica “Desiderio”. Non c’è da meravigliarsi: la crisi ha colpito tutti, “Monetti” incluso. Due settimane fa, il locale viene riaperto. “Idea gruppo” c’è scritto sull’insegna e stavolta la gestione è cinese. Sì, il negozio è dei cinesi. Tecnologia a 360 gradi: cuffie, mascherine per Iphone, carica batterie e quant’altro, tutto a disposizione. Aperto anche di domenica pomeriggio, al suo interno è possibile incontrare ogni giorno un commesso diverso: dal ragazzino di quindici anni al signore di sessanta. L’importante è che venga da Cine Town.
Dunque, ricapitoliamo: a Roma c’è un quartiere tutto ed esclusivamente cinese; a Sulmona, nella piazza principale, dinanzi la statua di Ovidio, il bar centrale è gestito da cinesi e in uno dei quartieri più chic della città di Napoli si apre un negozio Made in China. Ci vogliono soldi, molti soldi per pagare certi fitti…
Nessuna forma di razzismo, sia ben chiaro; solo una tristezza profonda. L’amarezza maggiore è che i napoletani, gli italiani stiano sempre di più andando alla deriva e che il mondo orientale pian piano (ma neanche troppo) ci invade, ci conquista, ci spodesta. Lo sapevamo, era già preventivato: eppure fa un certo effetto.
Un tempo si parlava di invasione barbarica. Oggi cambia il popolo, ma il senso è lo stesso. Del resto, come diceva Vico, la storia è fatta di corsi e ricorsi. Un giorno il nostro modo sarà il loro; un giorno supplicheremo loro di assumerci; un giorno che potrebbe essere già domani.
Francesca Saveria Cimmino