
Sono bastati solo 25 anni per conoscere la dinamica esatta della morte di Paolo Letizia, il giovane sequestrato la notte del 19 settembre 1989 mentre era insieme ad un amico, a Villa di Briano, Caserta, e da quel momento mai più ritrovato. Nella giornata di ieri la svolta nelle indagini sulla scomparsa del ragazzo di Casal di Principe. La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli infatti, ha notificato ordinanze di custodia cautelare ai presunti responsabili del delitto, tra l’altro già tutti in carcere. Stiamo parlando di Francesco Bidognetti, Francesco Schiavone, Walter Schiavone, Giuseppe Russo e Salvatore Cantiello, i primi tre sono accusati di essere i mandanti del sequestro, mentre gli altri due gli assassini.
Il caso è stato ricostruito attraverso i contributi dei diversi collaboratori di giustizia che, all’epoca dei fatti, erano affiliati al clan dei Casalesi o comunque facevano parte di quel giro. I motivi che avrebbero portato prima al sequestro, e poi all’uccisione di Letizia, sarebbero essenzialmente due: a quel tempo il ventunenne Letizia, nonostante la sua giovane età, era già dedito a rapine eclatanti e per questa ragione mal sopportato da Bidognetti, in più si sospettava che fosse legato ad Antonio Salzillo, nipote del boss Antonio Bardellino, acerrimo rivale dei Casalesi, ucciso proprio da questi ultimi in Brasile. Motivi questi che avrebbe portato a sequestrare il giovane, che secondo la ricostruzione degli inquirenti fu “torturato, strangolato e infine schiacciato sotto un trattore”.
Un caso che trova soluzione e che dopo 25 anni fa luce sulla verità della scomparsa del ragazzo. Una verità però molto amara per i familiari della vittima, che non si sono mai rassegnati alla sorte ignota di Letizia e durante tutto questo tempo, con appelli lanciati ai media e anche con un libro, scritto dal fratello di Letizia e dalla giornalista Paola Zanuttini, “Nato a Casal di Principe – Una storia in sospeso”, hanno sempre cercato di ottenere chiarezza sui fatti.