Dopo la tragedia nuove indiscrezioni sulle cause del rogo
[dropcap]A[/dropcap]ddio a Città della Scienza, il gioiello napoletano distrutto lunedì sera da un terrificante incendio probabilmente di origine dolosa. Il museo interattivo non è stato solo uno dei simboli culturali partenopei ma anche un importante centro congressi, un polo di alta formazione, un incubatore di imprese ed un forte attrattore turistico che vantava una media di 350mila visitatori l’anno. [divider]Il progetto iniziale risaliva a gli anni ’90 e nel 2001 l’inaugurazione del museo negli spazi di Coroglio, nell’ex quartiere industriale reso noto dal caso Italsider, seguito nel tempo da numerosi ampliamenti e successive realizzazioni basate sulle tecnologie più all’avanguardia. Ed era proprio grazie al museo interattivo che si era riqualificata la zona divenendo così il simbolo della rinascita del quartiere flegreo e di lavoro per tanti giovani disoccupati. Ieri notte, tutto questo, nel giro di poche ore si è trasformato solo in un dolce ricordo. Le prime testimonianze hanno riferito di un indomabile incendio, durato 13 ore, la cui estensione è stata vastissima con un fronte arrivato a toccare più di un centinaio di metri. Una colonna di fumo e una lunga striscia rossa che hanno segnato le prime pagine di tutti i giornali del mondo. Fortunatamente non ci sono state vittime dato che il lunedì (giorno in cui si è verificato l’incendio – ndr) era il giorno di chiusura settimanale della struttura. All’indomani dell’eclatante episodio sono rimasti in piedi solo gli scheletri dei muri perimetrali e dell’interno dei padiglioni.
L’area distrutta è stimata in 10-12mila metri quadrati, praticamente l’intero centro, fatta eccezione del “Teatro delle Nuvole”, un corpo separato che ospitava diverse rappresentazioni. Devastante è stato anche lo scenario descritto dalle lacrime dei dipendenti della struttura (circa 160), che già non percepivano lo stipendio da 11 mesi in attesa dello sblocco dei fondi regionali, rimasti interdetti e per quanto accaduto e timorosi per aver perso l’occupazione.
Al momento la pista più seguita dagli uomini della DDA, entrati in campo nelle ultime ore, è quella della natura dolosa e mirata: l’ombra del racket sugli investimenti. “Mi sembra che dietro le fiamme ci sia una mano criminale. Ora dobbiamo affidarci completamente alla magistratura per indagini il più approfondite possibili”. Queste le parole del sindaco partenopeo Luigi De Magistris che ha poi proseguito esprimendo il suo grande rammarico per la devastazione del polo e che “Napoli è sotto assedio”. Intanto sono iniziate le azioni di soldarietà e gli appelli al Governo per la rapida ricostruzione di Città della Scienza.
“E’ un danno irreparabile e spero davvero che scienza e industria si mobilitino per ricostruirla quanto prima – ha commentato il fisico Luciano Maiani– . La Città della Scienza di Bagnoli è stata il simbolo della volontà del Mezzogiorno di partecipare allo sviluppo industriale, soprattutto in questo momento di grave crisi; un incubatore di nuove aziende ed il simbolo di una collaborazione attiva fra scienza e industria. Lancio quindi un appello alle aziende, perché i privati si mobilitino per la ricostruzione. Spero in una mobilitazione pronta e rapida”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Segretario Generale della Cgil, Susanna Camusso:
Governo e Regione hanno il dovere di intervenire subito e devono assumersi l’impegno di far ripartire il sito il prima possibile dando certezza degli investimenti necessari, della celerità degli interventi e devono garantire continuità per le lavoratrici e i lavoratori. Le immagini dei lavoratori in lacrime davanti al rogo della Città della scienza testimoniano quanto il mondo del lavoro sia colpito dalla distruzione di un simbolo positivo di innovazione, riqualificazione e riscatto in un’area, quella di Bagnoli, che aveva vissuto la dismissione dell’Ilva ma aveva ritrovato proprio nella Città della Scienza il primo segno di uno sviluppo possibile e di attrattività internazionale”
[box type=”shadow” align=”alignleft” ] L’importanza di ricostituire il polo delle scienze è un requisito essenziale affinchè Bagnoli e Napoli ritornino a brillare ed a riscattarsi dal degrado che ogni giorno di più mortifica e disillude i suoi cittadini. I napoletani però non si arrendono e fanno sentire il loro calore e la loro solidarietà. E le istituzioni, gli imprenditori, il Governo? Restiamo in attesa. [/box]
[box type=”info” align=”alignleft” ]Per contribuire alla ricostruzione di Città della Scienza è disponibile il conto corrente, intestato a:
- Fondazione Idis Città della Scienza – IBAN : IT41X0101003497100000003256 – causale: Ricostruire Città della Scienza
Questo è l’unico conto corrente dove esprimere il vostro sostegno[/box]
Bruna Di Matteo