Il Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri non risulta indagata dalla Procura di Torino ma il Capo della Procura Castelli sottolinea la necessità di approfondimenti sul caso, spostando il fascicolo per competenza territoriale a Roma. Anche se non c’è alcuna indagine formale, i problemi per la Guardasigilli non finiscono perché a minare la sua tranquillità c’è il voto di sfiducia di domani promosso dal Movimento 5 Stelle e appoggiato da molti esponenti di altri partiti politici.[divider]I fatti: nel luglio scorso padre Salvatore e le figlie Giulia e Jonella Ligresti vengono arrestati per falso in bilancio e altri illeciti a carico della società di famiglia, la Fondiaria Sai. In merito a questi arresti il Ministro Cancellieri, alla luce dei suoi – e del figlio – rapporti personali con la famiglia Ligresti ha telefonato più volte ai parenti del patron del Fonsai per accertarsi della situazione e soprattutto per rassicurare i parenti che avrebbe contattato i vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per assicurarsi che tutto il possibile sarebbe stato fatto per Giulia Ligresti ammalata di anoressia. Altri contatti telefonici pare siano intercorsi da Luglio anche tra il marito della Ministro e la famiglia Ligresti. Molti esponenti politici, da destra a sinistra, a seguito di tali eventi hanno da subito sottolineato l’inopportunità di tale ingerenza invocando il principio secondo cui “la legge è uguale per tutti”.[divider]Al momento a dichiararsi sicuramente a favore della sfiducia al Ministro Cancellieri sono i parlamentari del Movimento 5 Stelle e di Sel. Il Pd risulta spaccato tra chi – come Renzi, Civati e Fassina – considera il comportamento della Cancellieri come poco trasparente e ambiguo e chi – in primis il Premier Letta spalleggiato dal Presidente Napolitano – chiede fiducia e sostegno a meno di nuovi aggiornamenti sul caso. L’ex Premier Mario Monti in tv dopo aver espresso la sua stima verso la Ministro (già scelta da lui nel precedente governo tecnico) sottolinea però come le telefonate effettuate siano state inopportune da parte di un ministro. Diventa sempre più insistente la voce – data per certa dal Financial Times – che la Guardasigilli si dimetta prima del voto di sfiducia.
Emanuela Nicoloro