[dropcap]I[/dropcap]l Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, sin dall’inizio del suo mandato(due anni fa), si sta dedicando anima e corpo, così come lui stesso ha più volte dichiarato, a risollevare l’immagine della sua città. E lo sta facendo concentrandosi in particolare su un evento, l’America’s Cup, per dare un respiro internazionale a Napoli.
Ma, forse, ignora che l’immagine della città non può risollevarsi solo attraverso eventi, che provocano tra l’ altro disagi a commercianti e cittadini, ma in primis attraverso la risoluzione di quelle che oramai solo le solite ed eterne problematiche quotidiane.
Al di là delle polemiche, ci chiediamo come il primo cittadino si stia comportando per una delle più importanti questioni cittadine ovvero le Politiche Sociali (anziani, disabili, minori che vivono in condizioni disagiate). Stiamo parlando, nello specifico, di bambini che i servizi sociali tolgono alle famiglie d’origineperché vittime di violenze e abusi con la speranza di donare loro una vita migliore.
Il problema è che, in realtà, i bimbi vengono abbandonati a se stessi in quanto le comunità sociali, alle quali sono affidati, rischiano di chiudere dato che non sono sovvenzionate dal Comune, cosa che per legge, invece, dovrebbe accadere. Uno dei tanti casi che abbiamo voluto approfondire è quello della “Casa Famiglia Oikos”. Nonostante la legge preveda che i Comuni di residenza dei minori debbano provvedere al loro sostentamento, paradossalmente Palazzo San Giacomo non eroga loro quanto dovuto da ben 36 mesi (3 anni).
Questa Onlus, come tante altre in città, sta cercando di andare avanti per non abbandonare i “suoi” bambini autofinanziandosi attraverso attività ludiche o addirittura facendo debiti con tutti, dai fornitori alle banche. Stufa di eterne e sterili attese, l’associazione ha così deciso di inviare una lettera aperta al sindaco di Napoli:
“Decine di bambini e ragazzi non sapranno dove andare, non potranno essere difesi e curati dalle violenze quotidiane (cosa che già accade). Centinaia di operatori professionali perderanno il lavoro. Anni di attività, di buone prassi, di competenze, di conoscenze saranno buttati al vento. (…)Le case famiglia, sono enti che svolgono un servizio delicato non solo gratuitamente ma rimettendoci (interessi passivi con le banche) e costretti al fallimento. Si tratta di imprese sociali che sono Onlus e quindi non lucrano sul lavoro svolto ma sono pur sempre imprese che devono rispettare obblighi verso i dipendenti e verso leggi fiscali. (…) Adesso però non possiamo più continuare, è il tempo delle scelte, per tutti. Abbiamo bisogno che questa amministrazione dia segnali chiari ma anche semplici perché siamo al punto che non è nemmeno assicurato l’ordinario”
Inoltre la casa famiglia Oikos, insieme con altre comunità e realtà sociali, ha aderito al comitato “Il Welfare non è un lusso” stilando una “Carta di cittadinanza” con lo scopo di promuovere una strategia culturale, sociale e comunicativa in difesa dei più deboli e organizzando settimanalmente manifestazioni di piazza in modo da sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema.
A questo punto, in attesa di una risposta da parte delle istituzioni e in particolare del sindaco di Napoli, ci domandiamo:
Stilando una classifica, quale posto occupano le Politiche Sociali tra le priorità di questa città?
E nel frattempo che si decide, se si decide, i bambini che fine faranno?
Claudio D’Addio