
[dropcap]I[/dropcap]n fatto di prezzi alti e carburante, oggi l’Italia è di nuovo in pole position rispetto agli altri paesi europei. La benzina vale 1,849 euro/L ed il gasolio 1,764 euro/L, valori che fanno del nostro Paese il leader nella classifica dei costi, seguita da Olanda con 1,848 euro/L benzina e 1,532 euro/L gasolio; e Grecia con 1,776 euro/L benzina e 1,443 euro/L gasolio. Un triste primato che non solo colpisce le tasche degli italiani, già vittime di una crisi economica senza precedenti, ma indirettamente e paradossalmente anche gli stessi benzinai. In effetti tra caro-benzina, aumento dei pedaggi autostradali e rincari delle polizze assicurative, gli italiani sembrano aver deciso di spostarsi a piedi e di affidarsi ai trasporti pubblici, utilizzando sempre meno le proprie vetture. La contropartita di questa scelta volta al risparmio ricade irrimediabilmente sul lavoro dei benzinai che devono far fronte a maggiori oneri finanziari con minor erogato e minori guadagni. E così, giorno dopo giorno, aumenta il numero di gestori di pompe che iniziano a far sentire la propria voce lamentando, troppo spesso con gli utenti che chiedono il pieno, la riduzione repentina dei profitti. E come se ciò non bastasse, in tanti già parlano di “categoria a rischio”.
Una categoria quella dei benzinai che già in passato non ha avuto vita facile e che si è vista protagonista di proteste e scioperi contro gli aumenti delle accise imposte dall’industria petrolifera e dal Governo e che hanno costretto i cittadini ad una gara contro il tempo, nel caos infernale di file interminabili per riempire i serbatoi in vista di giorni e giorni senza carburante.
Un circolo vizioso, insomma, del quale gli italiani, probabilmente, potranno beneficiare solo in termini di benessere fisico offerto dalla sana deambulazione e magari dalle corse per arrivare puntuali agli appuntamenti quotidiani….ma, considerando la scarsa efficienza dei mezzi pubblici in Italia e soprattutto al Sud, i danni effettivi potrebbero addirittura risultare raddoppiati……dunque, oltre a quello economico e lavorativo sempre più drammatico, chi provvederà al benessere mentale?