Per i contribuenti napoletani il pagamento della Tares ha riservato una brutta sorpresa: dopo aver fatto lunghissime file per versare la tassa sui rifiuti e sui servizi si sono visti rispondere dagli impiegati postali che probabilmente il bollettino era sbagliato e che sarebbero dovuti ritornare un altro giorno. Le lamentele dei cittadini hanno indotto gli artefici dell’inghippo ad arrovellarsi per trovare una soluzione. Tempo 48 ore e viene svelato l’arcano, infatti, i bollettini Tares, emessi da una società per conto dell’amministrazione, non sono compatibili con il software di molti lettori in uso presso gli uffici postali. Una situazione grottesca che invita a fare due riflessioni. Com’è possibile che la società che ha emesso i bollettini non abbia prima verificato che gli stessi fossero compatibili con i terminali delle poste? Perchè Poste Italiane non ha effettuato i controlli sui suoi software, rimandando a casa i contribuenti, senza che nessuno dei suoi dipendenti abbia capito quale fosse il reale problema? Un rimbalzo di responsabilità dal quale nessuna delle parti in causa esce pulita. Fortunatamente il grossolano errore ha indotto Poste Italiane ad adeguare i dispositivi elettronici ai nuovi bollettini Tares, e il Comune a prorogare la data di scadenza della prima rata del tributo, non più quindi fissata per il 31 ottobre, ma prorogata al 30 novembre.
Luca Cangiano