[dropcap]I[/dropcap]eri a Milano, al termine di un’ indagine eseguita dal Commissariato di Milano Mecenate, i poliziotti hanno messo fine ad un grosso traffico di droga del gruppo criminale delle cosiddette “pandillas”, le violente gang di latinos. Il gruppo di narcotrafficanti usava una tecnica barbarica per importare la droga dal Messico all’Italia.[divider]
La cocaina infatti, veniva “caricata”, dopo un’ attenta operazione chirurgica, all’interno delle viscere di cani di grossa taglia. Le povere bestiole utilizzate erano San Bernardo, Gran Danese, Dog de Bordeaux, Mastino Napoletano e Labrador, cani grossi e “capienti” all’interno dei quali i narcos piazzavano la droga, precedentemente avvolta nel cellophane e nella carta carbone (per essere impenetrabile ai raggi X) e nello scotch di vinile nero (ancor più resistente ai raggi X).
Con questo sistema i narcotrafficanti sfuggivano al controllo eseguito in aeroporto dopodichè spedivano i cani in varie città del nord Italia. Arrivati a destinazione i “corrieri” venivano poi uccisi e dai loro intestini venivano estratti circa 1,250 chili di cocaina purissima. A seguito di questo sistema sono stati stimati dalla Polizia più di 40 viaggi che ha visto la morte di ben 47 cani.
Un solo cane è riuscito a salvarsi dalla “strage”, grazie alla confessione della donna di un narcotrafficante. Infatti nell’aprile del 2012, la Polizia, a seguito di una segnalazione, è intervenuta per sedare una lite nata proprio a causa del malore del cane. La donna ha raccontato tutto agli agenti spiegando che il cane si lamentava perché al suo interno era nascosta la droga. A quel punto l’animale è stato portato dal veterinario per essere operato.
Al fine di questa vasta operazione la Polizia di Milano ha eseguito 75 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 57 maggiorenni e 18 minorenni, quasi tutti dell’America Latina, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la persona, il patrimonio, traffico di stupefacenti e detenzione di armi ed ha effettuato diverse perquisizioni nella provincia di Milano e in quelle di Bergamo, Brescia, Lodi, Pavia, Piacenza, Novara, Roma e Varese.
Infine è stato dimostrato per la prima volta l’esistenza del vincolo associativo tra le “Pandillas”, che non si limitavano soltanto a reati comuni, ed i narcotrafficanti del cartello colombiano.
Claudio D’Addio