Dopo il ritrovamento nei terreni de la Terra dei Fuochi di pericolosi veleni è la volta del cloroformio “composto nocivo alla salute umana e all’ambiente, nonché un forte sospetto cancerogeno”. Quarantatre sono gli ettari sequestarti a Caivano nei giorni scorsi che, uniti a quelli precedenti, fanno circa 600.000 ettari totali. Le terre in questione adesso si trovano tra Sanganiello, Savarese, Ponte delle Tavole e sant’Arcangelo. Il sequestro è arrivato dopo l’intervento del Corpo Forestale di Napoli che, a seguito di analisi eseguite dall’Arpac, ha trovato cavoli, verze, zucchine e finocchi completamente avvelenati. Sarà per questo cibo contaminato che in queste zone si registra il 47% in più di morti provocate da cancro rispetto alla media nazionale?[divider]La questione, come è noto, è molto più complessa, infatti, gli agricoltori delle zone off limit, si ribellano alle notizie relative ai loro pozzi avvelenati. D’altra parte anche Paolo Masi – Preside della facoltà di Agraria della Federico II di Napoli vuole tranquillizzare agricoltori e cittadini annunciando che spesso, senza basi scientifiche, si crea un allarmismo eccessivo e infondato. Inoltre, i tredici produttori ai quali sono stati confiscati gli ettari in questione, dichiarano di non aver mai visto i tecnici dell’Arpac effettuare analisi quotidiane, notizia invece diffusa dall’Assessorato all’Ambiente Regionale. A difendere gli agricoltori in prima linea anche Coldiretti e Confagricolotori che, promuovendo da anni la qualità dei prodotti biologici nostrani, vogliono vederci chiaro in questa storia. Insomma oltre alla preoccupazione regna il caos e la confusione su questa storia.
Rossella Pardi