
Lo sport è, per definizione, un momento in cui dei singoli individui, divertendosi, interagiscono reciprocamente e socializzano. In Italia, il calcio, da sempre, è il divertimento per eccellenza: intere generazioni sono cresciute idolatrando dei beniamini che hanno deliziato platee sempre più ampie di spettatori. Calciatori come Rivera, Riva, Maradona, Baggio, Del Piero o Totti, solo per citarne alcuni, sono entrati nel cuore della gente.
Il gioco del “pallone” è un momento distensivo dove le persone, colte da un amore improvviso verso la propria squadra che nasce, sin dalla tenera età, cercano di dimenticare ansie e problemi della quotidianità. Eppure il calcio, con il passare degli anni, come dice Zdenek Zeman, assomiglia sempre più ad un’industria e sempre meno ad un gioco. Sponsor, marketing, pubblicità, televisioni e soldi hanno reso questo sport più di un semplice “diletto”. Ma tutto ciò non sarebbe mai accaduto se non ci esistessero i tifosi.
Oggi andrà in scena allo Stadio San Paolo di Napoli, una partita delicatissima, Napoli-Roma. Chiunque ricorderà che il 3 maggio scorso, durante la finale di Coppa Italia, il tifoso partenopeo Ciro Esposito morì, accidentalmente, in seguito a degli scontri. I mesi successivi sono caratterizzati da tensioni tra le tifoserie, da animi “caldi” che piangono il loro amico scomparso. Tuttavia quest’episodio, inqualificabile, deve dare una lezione a tutti noi: il calcio è un semplice momento di aggregazione sociale.
La lega serie A tim, a tal riguardo, con l’hashtag, IL CALCIO E’ DI CHI LO AMA, ha raccolto e pubblicato sulla propria pagina facebook, foto di tifosi napoletani e romanisti che, abbracciandosi, lanciano un segnale stupendo di serenità. Il tutto accompagnato dall’appello della stoica madre di Ciro Esposito che invita non alla violenza, ma all’amore reciproco. Questo è il calcio che ci piace, come dice una canzone di Rocco Hunt: “Se tifi un’altra squadra sei lo stesso mio fratello”.