
Il 4 e 5 febbraio è uscito nei cinema (senza far rumore!) il film prodotto da Fandango, in collaborazione con Rai-fiction, in cui si narra la vita della scrittrice più amata e discussa del secolo, attaccata, rifiutata o ghettizzata a causa dell’irriverenza del pensiero, per l’incondizionata voglia di libertà, provocazione e denuncia. Stiamo parlando di “L’Oriana”, con la regia di Marco Turco. Dato che della versione cinematografica se ne parla ben poco, siamo lieti di sapere che è stata realizzata anche una seconda versione del film, miniserie di due puntate, per il piccolo schermo.
Oriana Fallaci nella pellicola ha il volto di Vittoria Puccini. “Sono consapevole che per disegnare un personaggio come Oriana non sarebbero bastate 20 puntate”, ha affermato l’attrice. Nel cast, anche Vinicio Marchioni, Francesca Agostini, Stéphane Freiss, Benedetta Buccellato. Vittoria Puccini, durante la conferenza stampa di presentazione, ha riconosciuto la difficoltà, il sapore di sfida nell’interpretare un ruolo del genere: quello di una donna che si cibava di verità, ma soprattutto quello di una giornalista, una guerriera, mente volatile e mai negletta come quello della Fallaci. Attivista e sempre in prima linea già quando, da giovanissima, partecipò alla Resistenza. Con la stessa volontà imperativa si troverà come inviato de Il corriere della sera per togliere la buccia, scandagliare, denudare la guerra. Ha testimoniato le travagliate vicende di paesi come Vietnam, Pakistan e del Medio Oriente tutto. Oriana Fallaci è stata una mente lucida e al tempo stesso una mai sobria giornalista. Mai sobria, perché animata dalla passione per il mestiere, che la conduceva laddove fosse opportuno intervenire. Può sembrare una contraddizione, ma sembra che la professionista che viveva in lei si destasse solo attraverso i modi bruschi di raccontare la vita, con la disposizione naturale, mai addomesticata di dire no alle convenzioni, nel viverla.
Una giornalista arrabbiata, con armi in mano, penna e foglio bianco, che schermiva il silenzio a costo di essere definita islamofoba o razzista. Queste, le deduzioni più banali e semplicistiche costruite negli anni. Ebbene, non tutti amano Oriana. Forse nemmeno chi sta scrivendo. Resta però la possibilità di conoscerla meglio, leggendo i suoi libri, e, per una sera, concedendole appuntamento stando seduti da casa. Infatti, la pellicola, uscita lo scorso 4 febbraio, verrà trasmessa nella versione integrale il 16 e 17 febbraio su Rai1. Avremo quindi il piacere di poter giudicare, dopo aver visto, se l’Oriana giornalista, donna, attivista, amica, amante, possa piacerci o meno. Perlomeno, sapremmo cosa dire alla domanda: “Che ne pensi di Oriana Fallaci?” Quesito molto frequente, a cui non sappiamo rispondere. Per citare le parole di Puccini in un’intervista a “Il fatto quotidiano” – l’attrice è stata molto diretta- che descrivono un’idea precisa: “Oriana non era di nessuno e non si è mai concessa a nessuna chiesa politica. Per quelli di destra era troppo di sinistra, per quelli di sinistra era troppo di destra. Conservatrice, sovversiva, estremista, democristiana. L’hanno definita in mille modi.” Ebbene, Oriana non era di nessuno, o forse era di tutti. La libertà di essere antipatica, odiosa e rifiutata non la spaventava, e il suo vero mestiere, al di là dell’etichetta della brava giornalista -forse- fu quello di praticare la virtù dell’indipendenza, della solitudine anche, di esercitare una forza che ci rende liberi, ad ogni costo: la parola.
Nella trama del film Oriana è di nuovo in Italia, dopo anni trascorsi all’estero e comincia a mettere insieme le vecchie carte, i lavori giornalistici cumulati nel tempo. Torna quindi al lavoro, ma torna anche nella sua casa in toscana. Chiede il supporto, per questo impegnativo lavoro di assemblaggio e analisi del materiale accumulato negli anni, all’Università degli di Studi di Firenze. In questo modo conosce Lisa, aspirante giornalista, sua appassionata lettrice. Per Lisa e Oriana ha inizio un percorso di maturazione e scoperta reciproca: non sono solo le due donne a scontrarsi, conoscersi. Entrambe rappresentano le facce di due generazioni a confronto che parlano e guerreggiando si affidano l’una all’altra. In questo modo, viene fuori la riflessione attenta di una scrittrice incontrovertibile e sfrontata come Oriana Fallaci.