Tre favole “alla maniera di G.B. Basile” scritte da un maestro del nostro teatro
‘Cunti’ alla maniera di Basile?
Come si possono scrivere favole “alla maniera” di Giovan Battista Basile?!
Si può! Si può, se a compiere l’ardua impresa è la penna di un maestro del nostro teatro, un autore geniale, colto, prolifico: Manlio Santanelli!
E come alcune di queste favole – nella loro scrittura antica, nel loro linguaggio nato per la lettura più che per la scena – possono diventare teatro?
Anche questo si può, sempre che la non facile impresa venga affidata a due talenti del teatro italiano e, possiamo vantarcene, in particolare napoletano: Federica Aiello e Maurizio Murano. Complice la regia dello stesso autore, minimalista, ironica, che in alcuni “a parte” ci portano fuori dalla racconto per parlarci con la voce non dei personaggi ma degli attori.

La location
Ma facciamo un passo indietro. Portici, una fredda serata dI inizio febbraio. La casa è quella di Anna Amabile, e alla singolare location tocca dedicare un’ampia parentesi: accolti dal calore dei padroni di casa, Anna e suo marito Vincenzo, veniamo immediatamente attirati da… TUTTO!!!
Ogni ripiano utile, ogni parete, ogni angolo della casa, ospita collezioni infinite di bambole, gufi, pastori, gattini, corni, presepi, san Gennari… e chi più ne ha più ne metta. Rigorosamente disposte per tipologia, le suppellettili, tutte caratteristiche e bellissime, che rompono gli argini delle barriere territoriali, sono assiepate in maniera così fitta da occultare il mobilio che le ospita… del quale ti impediscono di scorgere anche solo un millimetro quadrato!
Una grande luminaria a forma di san Gennaro troneggia su una parete, mentre un vistoso “Pulcinella gallo” spicca su un’altra… E mi fermo, perché l’appartamento, un vero e proprio wunderkammer, per essere descritto in tutta la sua variegata eccentricità, si impadronirebbe di tutte le parole da dedicare allo spettacolo!

“Il Teatro cerca casa”
L’insolita abitazione ospita questa sera una tappa dell’ormai nota rassegna “Il Teatro cerca casa” “(…) opportunità per il teatro e gli spettatori di sperimentare una dimensione diversa di fruizione di una performance dal vivo”, come dice lo stesso Santanelli, ideatore e direttore artistico della singolare formula di teatro itinerante che, come un odierno carro di Tespi, porta gli spettacoli in appartamenti, atelier artistici, giardini… grazie ad un’impeccabile organizzazione curata, fin dalle prime repliche del 2015, da Livia Coletta e Roberta Aiello.

Lo spettacolo, Basile e il suo “Lo cunto de li cunti”
“Ce steve 3 vvote” porta in scena tre fiabe tratte dal libro “Dieci favole antiche alla maniera di G.B. Basile” di Manlio Santanelli: “Lo cunto de Ficuciello”, “Lo rre e la zoccola” e “Lo cunto de Briggetella”.
Basile, letterato partenopeo di epoca barocca, per primo adoperò la favola di tradizione orale per farne forma di scrittura popolare stilisticamente composita. Nel suo capolavoro, “Lo cunto de li cunti”, o “Il Pentamerone”, racconta una serie di fiabe che hanno ispirato, e continuano a farlo, celebri favolisti europei come Perrault, Andersen o i fratelli Grimm, che hanno dato vita ad opere divenute famose, “Cenerentola”, “La bella addormentata nel bosco”, “Raperonzolo”… Senza contare il successo cinematografico del 2015, “Il racconto dei racconti – Tale of Tales”, di Matteo Garrone, col suo cast stellare, vincitore di sette David di Donatello.
Il Santanelli ‘basiliano’
La scrittura di Manlio Santanelli da sempre mescola sapientemente la profondità e l’assurdità della vita reale (… o anche no) con un’ironia decisamente di matrice partenopea, sempre argutamente in equilibrio tra il comico e il tragico. Altra cifra distintiva del suo scrivere, la capacità di tessere un linguaggio originale, sorprendente, che amalgama con sapienza l’italiano con la lingua napoletana, fino a farli abilmente fondere e confondere.
In queste sue nuove favole, però, impera un idioma, a volte addirittura ‘inventato’, che non ricorre né al napoletano a noi più familiare, né all’italiano, ma ci fa rivivere l’incanto, l’efficacia narrativa e la sonorità di testi di ‘basiliana’ memoria… Tanto che sfiderei chiunque non lo sappia a dire che quei racconti non siano proprio di Basile!

nella foto Federica Aiello e Maurizio Murano
Gli interpreti
I due eccellenti attori, con la loro recitazione pulita, scandita ma naturale, ci permettono di comprendere e seguire con gran coinvolgimento l’evolversi delle vicende, narrate in quel linguaggio seicentesco che può facilmente essere ostico al pubblico.

nella foto gli attori con la padrona di casa Anna Amabile
Federica Aiello tesse con maestria movimenti e voce, affidando al suo talento la sfaccettata interpretazione di caratteri, uomini o donne che siano, donando ad ognuno un soffio vitale del tutto personale e sempre impeccabile.
Maurizio Murano, da vero strumento musicale vivente, introduce le tre narrazioni con la sua magnifica e poliedrica voce, cantando a cappella; per poi interpretare una varietà di personaggi, che vanno dal re alla balia, cambiando registro vocale, movenze e temperamento con l’abilità di un giocoliere della scena che sorprende il pubblico ad ogni passo.
Insomma, se ne avete la possibilità, vi consiglio di non perdere questo “Ce steve 3 vvote”, alchemico connubio di talenti. In primis quello dell’autore-regista Manlio Santanelli, che se siete fortunati potreste anche incontrare, visto che spesso accompagna gli spettacoli della rassegna; e ovviamente gli straordinari interpreti Federica Aiello e Maurizio Murano.

nella foto F. Aiello, D. Orsini, A. Amabile, M. Murano