[dropcap]A[/dropcap]ncora una volta le leggi della pubblicità si sono rivelate irrispettose e “schiave” senza anima di un padrone che nell’immaginario collettivo viene chiamato “Denaro”. I fatti si sono svolti in Francia dove ad essere sfruttato è stato il volto di Gregory, un bambino di 4 anni ucciso nel 1984 in circostanze che ancora oggi non sono state chiarite. Nello specifico il viso del bimbo è apparso sul giornale del Festival di jazz di Montreux, in Svizzera, per pubblicizzare l’asilo messo a disposizione durante la manifestazione. L’orrenda figuraccia è stata individuata da un internauta francese che ha subito pubblicato l’immagine in questione su Twitter. Il Paese e la famiglia di Gregory sono rimasti sotto shock, trasportati di nuovo nelle immagini e nei ricordi di quel maledetto giorno, il 16 ottobre 1984. Giorno in cui il corpicino privo di vita del bimbo fu ritrovato nel fiume Vologne, sui Vosges, a neanche dieci chilometri da casa sua. Gregory aveva le manine ed i piedi legati e nessuno è stato mai capace di spiegare la dinamica dei fatti. D’altronde l’inchiesta non è mai stata abbandonata, tanto da apparire costantemente e regolarmente sulle prime pagine dei giornali.[divider] Secondo le ipotesi più accreditate, probabilmente il delitto era collegato ad alcune lettere anonime di minacce che i genitori del bambino, Christine e Jean-Marie Villemin, ricevevano da diversi anni. Gli stessi genitori che, con il cuore colmo di dolore, non si sono mai arresi ed hanno sempre cercato la verità. Gli stessi genitori che oggi, dinnanzi alla “trovata pubblicitaria” in questione, si sono detti “scandalizzati”. D’altro canto il giornale “incriminato” ha dichiarato che si tratta di un errore commesso dal grafico il quale, essendo di origini straniere, non conosceva il volto del bambino né, ovviamente, la sua drammatica storia. Il designer ha dichiarato di aver semplicemente preso la foto dopo una ricerca su Google Immagini utilizzando la parola chiave “bambino”. Mentre i redattori del giornale non si sono accorti di nulla dato che la fotografia era stata leggermente sfocata. Le scuse verso i Villemin, che hanno minacciato un’azione legale, sono giunte tempestivamente mentre tutte le copie del giornale sono state ritirate. Ma conoscendo il mondo pubblicitario, troppo spesso spietato, il dubbio sorge: è stata davvero una “gaffe”? intanto tutti parlano del festival.
Bruna Di Matteo