
Da quando la zona del lungomare è diventata ZTL (ora sospesa) ed è stata fatta la pista ciclabile, il popolo napoletano si è di certo avvicinato alla bicicletta e ha iniziato a considerarlo un mezzo di trasporto.
L’utilizzo delle bici, però, in questa città è condizionato da alcuni problemi logistici: per prima cosa, la città si sviluppa in altezza e quindi risulta un po’ difficile, per chi scende sul lungomare, risalire in bici; inoltre, se si scende in bici, le attività saranno limitate, perché a Napoli la cultura delle biciclette non è molto sviluppata e quindi in molti luoghi non ne è consentito l’accesso.
Ad esempio, se volessimo andare a vedere una mostra a Castel dell’Ovo con la bicicletta, dovremmo lasciarla fuori al castello, perché lì si può entrare solo a piedi.
La maggior parte delle persone ha paura che la propria bici, se non custodita, verrebbe rubata o danneggiata, e inoltre non ci sono aree di sosta per le bici.
Per far fronte al primo problema, il Comune ha consentito il trasporto delle biciclette su tutte le funicolari e sulla linea 6, per l’intera fascia oraria di apertura, e sulla Linea 1 dalle ore 6.00 alle ore 7.00 e dalle ore 20.00 fino a fine servizio nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, ed in tutta la fascia di apertura giornaliera nelle giornate di sabato e nei giorni festivi. È in ogni caso un po’ limitante per chi viene dalla periferia o da zone di Napoli non coperte dalla linea metropolitana /dalle funicolari.
Il Comune ha anche creato una pista ciclabile, che, quando sarà terminata, collegherà tutta la linea di costa, da Bagnoli a San Giovanni a Teduccio, e che per ora ha un’estensione consultabile a questo link. Tutto ciò però non è bastato a rendere Napoli una città “ciclabile”. L’usanza di scendere con l’automobile anche per fare tratti brevi è dura a morire.
Il secondo problema, e cioè quello dell’accesso nei musei, nelle chiese, nelle gallerie o nei monumenti, lo risolverebbe il progetto del bike sharing.
Con il progetto di ricerca del bike sharing il Cleanap ha vinto, nel maggio del 2012, il bando Smart cities and communities and social innovation del MIUR – PON Ricerca e Competitività 2007-2013, cofinanziato con risorse europee del Fondo europeo . L’associazione Cleanap si occupa di sostenibilità, ambiente e social innovation.
Parlo con Emiliana Mellone, e con Cristiano May, co-fondatori del Cleanap, che spiegano brevemente in cosa consiste il progetto. Il bike sharing è un servizio di mobilità alternativa e sostenibile diffuso in tutta Europa: grazie a una rete di punti di prelievo e deposito delle biciclette – le ciclostazioni – sarà possibile utilizzare le bici come alternativa ad altri mezzi di trasporto.
Nella fase pilota del progetto di Cleanap sono previste 100 biciclette e 10 ciclostazioni intermodali, distribuite tra la Stazione Centrale di Napoli e sul lungomare fino a Piazza Vittoria. Inoltre, attraverso il sito web e l’app per Android e iOS, motore innovativo del progetto, l’utente potrà:
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visualizzare la disponibilità di biciclette e parcheggi in tempo reale, sulla mappa
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prenotare e prelevare la bicicletta direttamente tramite l’app
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scoprire itinerari turistici o adatti al ciclista
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visitare luoghi di interesse storico-artistico e attività locali
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condividere le proprie attività sui social network
Come prelevare la bici è spiegato in questo video. Al momento il bike sharing è ancora in fase di test, e quindi non è ancora possibile scaricare l’app sul proprio cellulare. Emiliana mi spiega che in effetti il loro progetto è un progetto di ricerca, ciò significa che il Cleanap avrebbe anche potuto limitarsi a sviluppare l’app e testarne l’indice di gradimento. Ma loro vorrebbero, e stanno facendo di tutto affinché quest’ipotesi si realizzi, che il bike sharing presto fosse effettivo e funzionante a Napoli, e accessibile a tutta la popolazione.
Chi viene dalla periferia, o anche un turista proveniente da un’altra città, dovrà soltanto registrarsi al sito, scaricare l’app e potrà prelevare la sua bici a una delle ciclostazioni – ce ne sono già tantissime in giro (a piazza Garibaldi, a via Duomo, a piazzetta Nilo, a piazza Bovio, sul lungomare, e tante altre) – per poi riportarla quando avrà finito il suo giro. Non dovrà preoccuparsi della sorte della bicicletta mentre andrà a visitare un museo o a fare shopping, potrà posarla e prenderne un’altra al ritorno, controllando la disponibilità sull’applicazione apposita. La mappa delle ciclostazioni si può consultare sul sito web .
I ragazzi del Cleanap si ritengono per ora abbastanza soddisfatti di come sta andando questa fase di test. Non ci sono stati furti né danneggiamenti alle biciclette posizionate alle ciclostazioni, hanno solo fatto delle scritte con spray sulla ciclostazione di Castel dell’Ovo. Cristiano mi fa notare che in altre città le percentuali di furti/danneggiamenti sono molto più alte, e che le remore dei napoletani nei confronti del percorso ciclabile /della pista ciclabile /del bike sharing, sono dovute in gran parte a pregiudizi. Mi spiega inoltre la differenza tra percorso ciclabile e pista ciclabile, della quale non ero a conoscenza. Il percorso ciclabile è quello evidenziato soltanto con degli stencil sulla carreggiata, ne abbiamo un esempio a via Toledo. La pista ciclabile, invece, ha diverse alternative: a viale Augusto, ad esempio, la pista ha una carreggiata propria; a viale Kennedy si trova sul marciapiedi ed è ben evidenziata dalle cosiddette strisce di delimitazione; a via Caracciolo, invece, è “recintata” da guard rail mobili.
I napoletani, tutto sommato, stanno reagendo abbastanza bene a questa fase di test, sono incuriositi dalle ciclostazioni e spesso si fermano a leggere ciò che c’è scritto sulla colonnina, per capire come prelevare le bici. Al momento non è ancora possibile farlo, ma anche la fase di test ha un suo scopo, che va al di là del rendersi conto se tecnicamente è possibile rendere effettiva una rete del genere, che oltre alle biciclette e alle ciclostazioni, prevede il sito web interattivo, l’infopoint, il wifi gratis e il sistema gps integrato: serve, infatti, per lo più a capire se il popolo napoletano è pronto a rapportarsi con quel tipo di realtà: forse è proprio arrivato il momento di lasciare alle spalle i pregiudizi e iniziare a pedalare, per godersi le bellezze napoletane da un’altra prospettiva!