
A chi non è mai capitato, da bambino, di andare a scuola e preparare il presepe, in vista del Natale, in compagnia dei compagni e delle maestre? Una tradizione italiana che ha accompagnato i bambini nel corso della loro crescita. Una costante nel mese di dicembre, ma che, a quanto pare, è destinata a sparire. Almeno, è quello che è successo a Celadina, in provincia di Bergamo e, più precisamente, alla scuola elementare Istituto De Amicis. Gli alunni, infatti, dovranno rinunciare alla tradizione del presepe per volere del dirigente scolastico, Luciano Mastrorocco. Parole forti e decise quelle di Mastrorocco che ha affermato: “La scuola pubblica è di tutti e non va creata alcuna occasione di discriminazione. In classe ognuno può portare il proprio contributo, ma accendere un focus cerimoniale e rituale può risultare soverchiante per qualcuno, che potrebbe subire ciò che non gli appartiene. Non sono l’anticristo, ma questo è l’orientamento che ho dato all’Istituto da otto anni, quando sono arrivato qua”. Parole che, però, non sono condivise dai genitori dei bambini della scuola elementare che hanno innalzato, così, un grido di protesta. Ma non sono i soli.
Le proteste sono arrivati anche da esponenti politici. Alberto Ribolla, capogruppo della Lega in consiglio comunale, ha dichiarato che: “L’integrazione non si fa cancellando la nostra cultura e le nostre tradizioni”, mentre Alessandra Gallone, di Forza Italia, ha sostenuto: “Trovo veramente discutibile la posizione del dirigente scolastico di questa nostra scuola bergamasca che vieta il presepe in nome di una stucchevole definizione di rispetto di chi frequenta la stessa scuola, ma non segue le medesime tradizioni”. Al presidente sono giunti insulti e minacce per telefono. Da qui, la decisione di organizzare una conferenza stampa per chiarire la vicenda. Mastrorocco ha potuto dire la sua, affermando che il caso è stato amplificato all’inverosimile: “Io non ho mai vietato di fare il presepio, ho dato libertà ai singoli insegnanti di decidere cosa fosse meglio in base alla loro specifica realtà scolastica e alla loro esperienza. Tanto che negli anni scorsi in alcuni plessi c’era il presepio e in altri no”. Resta, ovviamente, il dubbio se il suo non sia stato un dietro front tattico in seguito alle molte proteste createsi. Una cosa è certa, i bambini dell’Istituto De Amicis di Celadina potranno avere, a discrezione delle proprie insegnanti, il loro presepio.