[dropcap]E[/dropcap]’ arrivata la conferma da parte dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA) sui due giorni di astensione dai lavori e sulla manifestazione a Roma. L’esercito di avvocati arrabbiati, quindi, inizierà lo sciopero domani 29 maggio fino a giovedì 30. I legali protesteranno contro il nuovo decreto ordinato dalla riforma della geografia giudiziaria e per richiedere la ratifica urgente di una legge correttiva dei parametri relativi ai compensi professionali, essendo gli attuali “mortificanti” – come li ha definiti il presidente OUA Nicola Marino. Nello specifico, il provvedimento taglia-tribunali, giudicato “irrazionale ed incostituzionale”, entrerà in vigore dal 13 settembre 2013 e prevede la chiusura di circa mille uffici tra sedi distaccate e tribunali giudiziari. Ma sulla geografia giudiziaria, Marino ha già rassicurato:
Il Parlamento sembra orientato a rivedere e prorogare un provvedimento nato male (diversi profili di incostituzionalità e 18 rimessioni alla Consulta) e sbagliato per gli obiettivi di risparmio prefissati, ma anche per le incongruenti modalità di attuazione. L’avvocatura è disponibile a rivedere l’organizzazione della giustizia ma con criteri chiari e senza pasticci. Incomprensibili le resistenze corporative di una parte della magistratura, così come il sostegno di alcuni settori della stampa che dovrebbero verificare sul campo l’utilità di certe riforme, anziché difenderle in modo acritico
Sul fronte stipendi, invece, la questione sembra essere più complessa in quanto si sta assistendo ad un “impoverimento della categoria”, nato dalla vigente crisi economica, dai ritardi nei pagamenti e dalla completa latitanza di politiche di sostegno. Fattori, questi, che hanno contribuito ad un netto peggioramento delle tabelle di riferimento delle retribuzioni. Il maxi-corteo è stato fissato per giovedì 30 maggio a Roma e vi parteciperanno il Coordinamento dei Fori Minori, gli Ordini e le Associazioni forensi, i sindacati dei lavoratori e dirigenti dei Tribunali, i Comuni, i Sindaci e tutti i cittadini interessati. Si attende, dunque, che qualcuno ascolti l’ennesimo grido furioso degli Italiani in difficoltà.
Bruna Di Matteo