Premesso che sono assolutamente in disaccordo verso queste forme di concubinaggio moderno (e se non lo dico muoio…) per mero spirito scientifico quanto accademico oggi vorrei parlare di un nuovo stile di vita, per alcuni addirittura una forma di pensiero: il poliamore, cioè “amare più persone nella piena consapevolezza di tutti“.
Il poliamoroso non è l’infedele, il fedifrago, l’amante o il traditore perché tutto viene fatto alla luce del sole con la consapevolezza ed il consenso dei partner in gioco che rinunciano all’esclusività per instaurare legami affettivi anche profondi.
Ma non basta solo il consenso, occorre anche il sostegno di tutti i partner, perché le regole del poliamore vengono discusse tra le persone coinvolte e modificate quando si aggiungono altri partner.
Insomma una sorta di democrazia amorosa.
Ovviamente questo stile di vita non è nostrano, ma è sorto negli Stati Uniti, negli anni Settanta. Soltanto recentemente ha preso piede anche da noi dove in molte città i poliamorosi si incontrano nei “polimeriggi” e“poliaperitivi”, ma solo perché polyhappyhour è troppo lungo da dire.
Il poliamore è legislativamente normato in Olanda e nello stato del Massachusetts (USA). La giurisprudenza se ne sta occupando nello Stato di New York, dove per la prima volta un giudice ha statuito che le coppie poliamorose devono avere gli stessi diritti di quelle tradizionali.
Da noi, ovviamente è illegale in quanto violerebbe il principio religioso e civile della monogamia.
Tralasciando le fiamme dell’inferno per la trasgressione del nono comandamento, l’art. 566 c.p. prevede la reclusione da uno a cinque anni per chi, pur essendo legato da matrimonio, né contrae un altro.
Quindi meglio fare come Enzo Ghinazzi: da un lato un matrimonio, dall’altro una unione di fatto, in mezzo Pupo.