
CASO: Valuti il candidato se un tradimento, scoperto poiché ripreso in un videoclip, possa configurare una lesione alla lesione del diritto alla riservatezza (rectius privacy), con conseguente diritto al risarcimento.
I FATTI: una donna passeggia al centro di Napoli mano nella mano con un uomo. Non è il marito, bensì l’amante. Questa passeggiata viene immortalata nel video di Gigi D’Alessio “Oi nenna nè” e poiché questa videoclip viene registrata in una zona dove il cantante napoletano è molto conosciuto, il DVD del video, allegato alla rivista “Sorrisi e Canzoni” va a ruba e quindi la signora viene riconosciuta ed esposta al pubblico ludibrio.
LA SOLUZIONE: Per la Corte di Appello prima e per la Cassazione poi, (sentenza n. 36754/2021) l’amante ha diritto al risarcimento per il danno al diritto alla riservatezza e alla reputazione oltre che morale, scrivono i Giudici «laddove la semplice notizia della relazione extraconiugale di una donna, ed ancor più dell’esistenza di tracce materiali visibili di tale relazione, suscitano ampia curiosità».
CHI PAGA: Per la Cassazione il risarcimento del danno è a carico della Casa discografica (la SONY), che nelle sue difese ribadiva che alcun danno doveva essere ristorato perché il consenso delle donna ad apparire nel video doveva considerarsi tacito, come avviene per le registrazioni di eventi in pubblico. Ed inoltre nello stesso video la signora si era anche accorta di essere stata inquadrata, perché aveva guardato in favore di telecamera.
Per gli Ermellini quella era stata soltanto un’occhiata fugace, solo curiosità per la telecamera, dalla quale non si poteva desumere alcun consenso alla cessione della propria immagine, ancor di più perché durante le riprese non era stato allestito alcun set a limitare il campo delle riprese e la finalità del video e quindi la signora stessa faceva parte – inconsapevolmente – del set.
FINALE: il marito utilizza questa prova in sede giudiziale e divorzia e la Cassazione fa pagare alla Sony anche questo aspetto.
MORALE: al di là dei facili sorrisini che una storia del genere può provocare, questa vicenda mette il dito su una situazione che stiamo vivendo, esattamente come l’ha viSsuta la signora: inconsapevolmente. Pensiamo alle foto e ai video sui social, le dirette, i tit tok, le riprese negli stadi e negli eventi sportivi in genere. Noi tutti siamo lì, attori inconsapevoli in un set a cielo aperto e da qui si apre un mondo di possibilità (ognuno valuti la sua)
Quindi, oltre che evitare di scagliare la prima pietra, è consigliabile anche evitare di cedere la propria immagine così a basso prezzo, come stiamo facendo in cambio di un po’ di popolarità e qualche like di resto.
Infine un’ultima analisi, questa vicenda segna un punto in favore dei detrattori (pochi) della musica di Gigi D’Alessio: da oggi si potrà (scherzosamente) dire che per ascoltare le sue canzoni bisogna essere … risarciti.